Stagione da 60mila quintali di prodotto, ma le modifiche al disciplinare sono ferme a Bruxelles. Una produzione che si prevede abbondante e di altissima qualità, ma che anche quest’anno potrebbe perdere, proprio per un soffio, l’allargamento del marchio IGP a tutte le produzioni. Parliamo della Ciliegia di Vignola IGP e del lungo iter che le modifiche al disciplinare, che colloca il frutto tra le qualità protette, sta attraversando, nel suo viaggio in Europa. Il documento è fermo a Bruxelles e se la burocrazia continuerà a viaggiare a velocità standard la metà dei produttori di Ciliegie di Vignola IGP non potranno fregiarsi dell’ambito titolo.
Il marchio IGP arrivò alla Ciliegia di Vignola dopo una estenuante battaglia delle associazioni agricole nell’estate del 2013. L’evento fu festeggiato come un successo, ma mostrò subito qualche mancanza. Nel documento che certifica la qualità delle produzioni del vignolese, infatti erano state inserite solo le più tradizionali colture della ciliegia, mentre la maggior parte dei produttori rimanevano escluse e dunque costretti, ad utilizzare per la vendita del loro prodotto nomi diversi da Ciliegia di Vignola IGP. Fatto ancor più grave dal momento del riconoscimento ufficiale della qualità.
Fonte: Prima Pagina