L’analisi del Financial Times sulle performance dei primi 4 grandi gruppi. Probabili cause La riduzione dei volumi post-pandemia e il costo dei fattorini in aumento.
Come cambiano i consumi, gli stili di vita e le tendenze? Ebbene il mercato del food delivery è cresciuto molto in questi anni. Nel nostro Paese, se lo aggreghiamo al dato complessivo della spesa a domicilio, scopriamo che vale 4,4 miliardi.
Un valore più che raddoppiato rispetto al periodo pre-pandemia. Eppure i mercati internazionali non la vedono allo stesso modo. Soprattutto se parliamo di società quotate, di public company del Delivery, sottoposte alla valutazione costante degli azionisti e degli investitori.
Così vediamo come in Borsa comincia a far vacillare il modello di business delle principali aziende di consegna di cibo online, sia in Europa sia negli Stati Uniti. Ricostruisce il Financial Times, che hanno accumulato più di 20 miliardi di dollari in perdite operative da quando sono diventate quotate, dopo una feroce battaglia per il controllo delle quote di mercato.
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Il costo reale della consegna del cibo
Il settore deve anche fare i conti con il controllo costante da parte dei regolatori e dei sindacati. Se ai corrieri venissero pagati salari più alti i detrattori dell’attuale modello sostengono che i consumatori non sarebbero davvero disposti a pagare il costo reale della consegna del cibo.
In Italia i risultati sono diversi, forse perché il boom della consegna di cibo a domicilio è arrivato in lieve ritardo rispetto agli altri Paesi. Solo il mercato del food delivery è passato da circa 900 milioni a 1,7 miliardi con una crescita del 3% anche nel 2023, primo vero anno post-Covid. Un mercato però ancora poco trasparente, perché non ci sono dati certificati e attendibili sul volume delle transazioni, degli scontrini del cibo.
Il nostro Paese resta ancora poco penetrato, sono circa 10 milioni gli italiani che ordinano cibo (o la spesa) sulle piattaforme, quindi c’è ancora un grande potenziale di crescita.
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Fonte: Corriere della Sera