Ben nove ristoranti su dieci oggi usano almeno un prodotto DOP IGP nei propri piatti. Ma solo in un ristorante su tre se ne utilizzano più di una decina. A dirlo è un’indagine Qualivita, che mostra come gli chef italiani puntino soprattutto sui formaggi di qualità, gli aceti balsamici, la carne e i buoni salumi. È un modo per dar valore alla cucina. Non si tratta, insomma, di una trovata per farsi pubblicità. Anzi, secondo i ricercatori appena quattro ristoratori su dieci pubblicizzano l’uso dei prodotti IGP nei menù o durante la presentazione del piatto.
Se i ristoranti investono sulla qualità, gli italiani investono nei ristoranti. Dal Rapporto Fipe 2017 è emerso che i consumi delle famiglie per mangiare fuori casa sono in crescita (+3,5% dal 2006). Si spendono circa 81 miliardi, sui 227 della spesa alimentare totale, a fronte di un continuo calo di quella domestica (-10,5%). Soprattutto aumenta il numero delle attività di ristorazione veloce. Spuntano di tanto in tanto nuovi snack-bar, venditori ambulanti, street food, take-away e food delivery. Ben 210mila le attività di questo tipo, in aumento dell’8% negli ultimi cinque anni.
Ristoratore e clienti sono sempre più consapevoli dell’importanza dei cibi di buona qualità. Questo anche grazie ai molti progetti realizzati dai Consorzi di Tutela DOP IGP italiani, dall’Aicig (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche) e dalla Fondazione Qualivita. Tanto che i prodotti agroalimentari italiani a qualità certificata hanno visto lievitare il proprio valore al consumo negli ultimi dieci anni di un 64 per cento. Nelle iniziative sono state persino coinvolte grandi catene. Una su tutte McDonald’s Italia. “Negli ultimi 10 anni – conferma Mario Federico, amministratore delegato del gruppo nel Belpaese – abbiamo acquistato 2mila tonnellate di materie prime a marchio DOP IGP, poi serviti a oltre 58 milioni di persone”.
Fonte: Repubblica.it