Chianti DOP in crescita: +4% delle vendite nel 2017 e i primi cinque mesi del 2018 confermano la tendenza al rialzo, con un aumento stimato del +2%. Il 70% del prodotto viene destinato all’estero, in particolare USA, Germania e Regno Unito. La tenuta dei prezzi poi, con una media di 150 curo per ettolitro, permette di coprire i costi sostenuti in tutta la fase produttiva. È questo il quadro economico che si delinea per la denominazione, come spiega il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi.
Che cosa si prevede per la fine dell’anno?
La tendenza è sempre positiva, con numeri che confermano e rafforzano la denominazione sui mercati, soprattutto esteri. Siamo riusciti a superare il periodo delle piogge intense, che ha messo in difficoltà le imprese da un punto di vista fitosanitario. Quello che vedremo nel prossimo futuro sarà una riduzione di quantità rispetto al trend. La qualità invece sarà sempre buona, ma il livello potremo determinarlo dopo la vendemmia.
Qual è l’andamento dell’export?
Le esportazioni di vino italiano, nei prossimi anni, continueranno a crescere in USA e Canada, mentre tra i mercati emergenti la Cina dovrebbe segnare una svolta positiva e sensibile, così come la Russia. Siamo ottimisti anche riguardo al Giappone, dove dal 2019 entrerà in vigore l’accordo di libero scambio con l’Unione Europea. Sono tutti mercati che possono compensare i cali che prevediamo nelle esportazioni in Germania e soprattutto in UK, a causa della Brexit.
La promozione resta un fattore chiave, voi avete lanciato un appello al neo ministro dell’Agricoltura Centinaio. Perché?
Le nostre imprese stanno registrando gravi ritardi a livello ministeriale nella predisposizione degli atti amministrativi che definiscono le opportunità per aziende e Consorzi e per l’avvio alla presentazione dei progetti relativi alla campagna di promozione 2018/2019. A oggi è stato semplicemente riproposto il decreto di attuazione dell’anno scorso, ma non sono partite le procedure necessarie per presentare i progetti. Dobbiamo fare presto, altrimenti non ci saranno i tempi tecnici e sarà a rischio tutta l’attività promozionale estera. È assurdo che pretendano puntualità nelle scadenze tributarie quando poi le scadenze relative alle agevolazioni per le imprese non vengono mai rispettate.
Che conseguenze ci possono essere?
I danni ci sono già stati. Con questo, sarebbe il secondo anno che saltiamo le fiere autunnali. Nel 2017 abbiamo sostenuto le nostre imprese utilizzando fondi del Consorzio per la promozione in Paesi come la Cina. Quest’anno purtroppo non abbiamo la stessa disponibilità per sostenere le imprese. Un bel regalo per i concorrenti.
Fonte: Forbes Italia