Corriere di Siena
In questi giorni, esattamente mercoledì 26 giugno, sono avvenute le elezioni del consiglio del consorzio di tutela della Cinta Senese DOP, a prima vista nulla di strano, era scaduto e quindi questo rappresenterebbe solo un atto dovuto, peccato che all’assemblea, per le notizie a noi pervenute, erano presenti solo quattordici persone. Perché? Forse perché gli allevatori si sono resi conto di quanto sono stati raggirati, forse perché cominciano a essere stanchi dei costi da sostenere per stare dentro un consorzio che in realtà rappresenta solo i membri del consiglio e che per loro è invece solo una spesa esosa per l’adesione e per i controlli ai quali devono sottostare, o forse perché si sono resi conto che tutto è stato costruito per mantenere dei piccoli interessi. Chissà forse è tutto questo, o forse invece sono altre cose, tipo la gestione delle risorse, in forma leggera o poco appropriata, fatto è che la Dop scricchiola, e forse serve poco a chi lavora bene, indispensabile invece, solo per chi ha bisogno assoluto di un marchio di qualità per vendere. Circa cento interessati tra allevatori e trasformatori, che tutti insieme avrebbero il dovere, oltre che il diritto di partecipare alle azioni del consorzio di tutela, hanno deciso invece di non essere presenti, un segnale forte, che dovrà essere ascoltato e valutato, e che in seguito lo sarà per forza, perché ora sorgeranno altri problemi, il consorzio con quali risorse pensa di andare avanti? Con quelle pubbliche?
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