Firmato il CETA, l’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Canada dopo sette anni di negoziati. La Vallonia aveva bloccato il testo, ma infine ha ceduto alle pressioni internazionali e il trattato ha trovato il via libera. Il CETA deve ora tornare alla ratifica del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali e solo una volta completati tutti gli iter di ratifica l’accordo entrerà in vigore: è prevista comunque l’applicazione provvisoria, dopo che i ministri UE28 e la Plenaria del Parlamento europeo, avranno dato il loro assenso.
Sono 172 le denominazioni DOP e IGP europee che rientrano nell’accordo e che si riferiscono a 14 Paesi Membri. Per l’Italia sono coinvolte 41 denominazioni DOP e IGP (corrispondenti a 36 prodotti agroalimentari), che nell’insieme esportano 2,62 miliardi di euro in tutto il mondo, con il Canada che rappresenta il terzo mercato di riferimento Extra-UE dopo USA e Svizzera: complessivamente il CETA tutela il 98% del’export di prodotti DOP e IGP in Canada.
“L’accordo di libero scambio tra UE e Canada – ha dichiarato Paolo De Castro, Europarlamentare PD – Coordinatore S&D ComAgri – firmato ieri dal premier canadese Justin Trudeau, i presidenti del Consiglio e della Commissione UE, Donald Tusk e Jean Claude Juncker, ed il premier slovacco Robert Fico, alla presidenza di turno del Consiglio europeo, rappresenta un importante passo avanti per le produzioni italiane di qualità. In questi giorni si è parlato tanto dell’accordo tra Unione europea e Canada (CETA) e del temporaneo tentennamento del Belgio ed è un bene che il CETA non si sia fermato dopo il primo no della Vallonia. Ho sostenuto fin da subito che l’Europa avrebbe dovuto votare comunque entro dicembre per dare un segnale forte. Non era possibile infatti, consentire che venisse stracciato e continuare come se niente fosse: il CETA rappresenta una grande opportunità per le imprese agroalimentari europee. Finalmente saranno riconosciute e tutelate anche in Canada 172 Indicazioni Geografiche europee, 41 delle quali italiane, che se pur in numero limitato rispetto alla totalità, rappresentano il 98% del nostro export. Senza dimenticare, inoltre, che con questo accordo il Canada aumenterà la quota di importazione di prodotti lattiero caseari, al momento attuale molto limitata.”
Fonte: Fondazione Qualivita