La maggioranza per far passare l’Accordo di libero scambio tra UE e Canada ci sarà e domani il CETA sarà approvato dal Parlamento europeo riunito a Strasburgo. Un segnale forte dell’Europa all’America di Trump: mentre gli USA virano sul protezionismo, il Vecchio Continente continua a credere che apertura e libero scambio (se ben regolati) portino benefici a imprese, lavoratori e cittadini. Affondato il TTIP l’importanza strategica del CETA è lievitata al punto che giovedì, all’indomani del voto, lo stesso primo ministro Justin Trudeau sarà a Strasburgo per festeggiare il successo.
Non tutti nel mondo politico e nell’opinione pubblica europea lo considerano un traguardo positivo: i critici sostengono che il Trattato negoziato dalla Commissione favorirà le multinazionali a scapito delle piccole e medie imprese. Dal canto loro i favorevoli rispondono che al contrario delle Pmi, le grandi industrie già riescono ad entrare nei mercati protetti, situazione che verrebbe riequilibrata dal CETA. II solo abbattimento dei costi per le certificazioni può generare 2,9 miliardi all’anno di crescita, mentre la caduta delle tariffe doganali regalerebbe 460 milioni al manifatturiero e 24 milioni all’agroalimentare. Il fronte del no ritiene che il CETA abbasserà i nostri livelli di sicurezza alimentare. I favorevoli ribattono che il testo obbliga il Canada a rispettare gli standard europei: se la carne agli ormoni canadese o i prodotti Ogm non potranno arrivare sulle nostre tavole, Ottawa riconoscerà 145 indicazioni geografiche mettendo fine al dominio dei prodotti contraffatti. Grazie all’accordo il 92% dei prodotti agroalimentari UE potrà entrare in Canada (come il Prosciutto di Parma DOP finora bloccato da un marchio locale).
Fonte: La Repubblica