La Repubblica
Nel paese delle mucche felici tutto si mescola, si confonde, si amalgama e alla fine si riunifica: il latte con le erbe, le lingue con i dialetti, la neve con le nuvole. Dicono sia anche per questo che il Castelmagno DOP è un formaggio così buono. Quello migliore viene dal latte munto negli alpeggi d’alta quota della Val Grana nelle montagne cuneesi. Perché è lassù, tra prati e boschi, che le mucche trovano la felicità, tanto da campare in genere molto al di sopra della media: danno latte anche fino a 18 anni, otto o nove volte di più delle loro consorelle di fondovalle. Le mucche felici del Castelmagno sono 500, un po’ più di mezza mucca per abitante. La zona di produzione comprende vari comuni.
Secondo il disciplinare della Dop (denominazione di origine protetta), comprende i comuni di Pradleves, che fa così anche in occitano, ma diventa Pradieve o Pra dj’Eve in piemontese; Monterosso Grana, ovvero Montross in piemontese e chissà perché Bourgat in occitano; e appunto Castelmagno, semplicemente Castelmagn in piemontese e più ardimentosamente Chastelmanh in lingua d’Oc. In totale gli abitanti sono 907 e Castelmagno è il fanalino di coda con appena 77 abitanti.