Corriere della Sera
E perfino all’Ikea (punto vendita di Carsica, hinterland milanese) dove ogni cosa sta al posto suo e ha il suo nome altrimenti per l’appunto non sarebbe l’Ikea, orgogliosa titanica enclave nordica nel disordine italiano, ieri ci si perdeva. Al ristorante del primo piano, con l’annuncio su una lavagnetta, lo chef consigliava «ali di pollo». E le polpette? «Non ci sono». Al market del piano terra le targhette predicavano offerte promozionali per rosti e salmone; d’accordo, ma le polpette? «Non le abbiamo» sibilava con voluta aria funerea «perché non ci crederà ma noi con le polpette ci campiamo» la signora alla cassa.
Del resto nemmeno si deve tradurre. Sono le köttbullar. E tali restano. Polpette di carne. Una mania-istituzione. Come le matitine per segnare sul fogliettino le misure dei mobili. Da ieri le köttbullar non ci sono più. Ritirate nei 20 negozi italiani dell’Ikea e in quelli di 14 nazioni. Motivo? In un carico a Praga trovate tracce di carne di cavallo.