Il capocollo di Martina mira a ottenere il marchio IGP di indicazione geografica protetta.
Si attende la risposta da parte del Ministero delle politiche agricole. È travagliato il percorso per il riconoscimento del marchio DOP per il capocollo di Martina che, per il momento, dovrà accontentarsi di raggiungere il traguardo dell’IGP. Il problema principale è la quantità di capocolli da produrre, perché l’area di approvvigionamento del suino dovrebbe essere l’intero sud Italia per soddisfare l’intera domanda di prodotto, in quanto da un maiale si riescono a produrre 2 capocolli. Occorre allargare le maglie e il territorio di approvvigionamento per la produzione dei suini, ma soprattutto i confini dell’attuale composizione dell’associazione dei produttori del capocollo di Martina Franca. Secondo l’assessore allo sviluppo economico, Bruno Maggi, «una volta scritte bene le regole e il disciplinare si può lavorare in questa direzione, ma bisogna lavorare maggiormente di squadra».
L’Associazione “Capocollo di Martina Franca” è attiva dal 2007 e tra le finalità – come si legge nello Statuto – ha come scopo «la realizzazione, la gestione e la promozione della filiera produttiva per la produzione del “Capocollo di Martina Franca”, e, condividendo i principi ispiratori del movimento internazionale slow food, si propone, tra l`altro, di rivalutare l’antica tradizione del territorio di Martina Franca nella produzione di salumi; sviluppare, attraverso il disciplinare di produzione sottoscritto dai soci, una pratica agricola eco-compatibile, rispettosa del benessere degli animali, della biodiversità e delle caratteristiche ambientali del territorio di produzione; tutelare il consumatore finale attraverso il marchio dell’associazione; favorire un`equa distribuzione del reddito tra le varie componenti della filiera produttiva; promuovere iniziative rivolte allo studio e alla ricerca, per sviluppare la conoscenza scientifica e migliorare lo standard qualitativo del prodotto; agevolare l`informazione per un consumo consapevole del prodotto; realizzare e diffondere, in Italia e all`estero, materiale di promozione e di conoscenza del prodotto e del territorio».
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno