“L’annata agraria si chiude con una mancanza di prodotto pari a 30 milioni di kg cioè, per la sola varietà Italia, una perdita di fatturato pari a 30 milioni di euro circa. Un volume di affari che il territorio quest’anno ha perduto, tout court, irrimediabilmente”
Queste le amare parole del presidente del Consorzio di Tutela dell’Uva di Mazzarrone IGP, Giovanni Raniolo, il quale aggiunge: “Si tratta di una crisi profonda che lascia una ferita ad un comparto che stenta a fronteggiare la perdita. Viene infatti compromesso il reddito di molte famiglie“.
A contribuire all’andamento negativo di questa campagna 2022, è stata una serie di concause che vanno ricercate in diversi elementi, a partire da un freno dei consumi che ha caratterizzato la commercializzazione, dall’estate in poi. Fattore non trascurabile, però, è quello dell’influenza del clima, eccessivamente caldo (come d’altra parte è stato nel 2021) che ha determinato una qualità produttiva non eccelsa.
Ma cosa si aspetta il comparto, alla luce di una campagna agraria tanto negativa? E’ lo stesso Raniolo a mettere sul piatto alcune proposte, peraltro già inoltrate agli enti preposti qualche mese fa.
“In sintesi – dichiara Raniolo – per dare una boccata di ossigeno, pur se non sufficiente per colmare le perdite, ma che servirà soltanto a dare una possibilità ai produttori di impiantare la prossima campagna, pena il tracollo, servono misure ragionevoli. Si tratta in primo luogo di ottenere il dilazionamento dei prestiti agrari in corso e il riconoscimento di tassi agevolati sui prossimi prestiti, al fine di consentire, come già detto, il reimpianto per la prossima annata. Bisogna finalmente creare una catasto dell’uva da tavola e chiudere alla messa a dimora di nuovi impianti di uva Italia, assieme all’attribuzione contestuale di contributi pubblici per le estirpazioni dei vigneti più vecchi. La misura si rende necessaria perché l’offerta di prodotto, spesso non in linea con gli standard richiesti dalla GDO, è veramente eccessiva. Il contributo così ottenuto, poi, va destinato al reimpianto di varietà più attuali e richieste dal mercato, che possano diversificare l’offerta“.
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Fonte: Fresh Plaza