Il biologico conquista il mercato della carne, premiando gli allevamenti di qualità dove i bovini sono alimentati in modo naturale e pascolano liberamente. Una scelta ben precisa da parte dei consumatori che preferiscono magari pagare un prezzo superiore pur di avere un prodotto di alta qualità
Se infatti uova di gallina (19,2%) e olio extravergine sono tra i prodotti bio (13,8%) più apprezzati dai consumatori, al primo posto dei favori la carne che supera il 30%. A riportarlo è uno studio di «Italiani Coop» sull’ecoindustria italiana elaborato nel confronto tra il primo semestre 2018 e il primo semestre 2017 su fonte Nielsen. Il venduto biologico sul totale alimentare è del 4% dal 2012 al 2018 su proiezione Nielsen. Nella lista di gradimento dei prodotti apprezzati dall’acquirente è registrato inoltre un 4,7% per vini DOC e DOCG e un 3,3 % per le produzioni enologiche IGP – IGT. Il Latte Uht conquista i favori di un 4,7 dei consumatori, mentre il latte fresco è al 5,1 %. La pasta integrale, il farro e il Kamut sono al3,7%, mentre ultima è la frutta conservata, 3,2 %. Gradimento da posti di vertice è per i cereali della prima colazione (7,3 %), per la verdura in sacchetto pronta all’uso (7,1 %), per lo yogurt intero (5,6 %). La frutta secca senza guscio registra un 8,9%, panetti croccanti, 6,9%, confetture e spalmabili a base di frutta (6,8%). La maggiore crescita d ibio, nel periodo considerato, è nei discount: +34,4%.
I prezzi attuali delle carni suine restano più bassi anche rispetto allo scorso anno. Dopo il forte aumento osservato a dicembre, il 2019 si è aperto mostrando un mercato meno vivace per le carni di agnello, i cui prezzi hanno ceduto l’1,5 % su base mensile, pur confermandosi ben più elevati rispetto a dodici mesi fa (+29,6%). Nel comparto lattiero caseario, dopo aver chiuso positivamente il 2018, le prime settimane del 2019 hanno messo in evidenza ulteriori rialzi per i prezzi all’ingrosso dei formaggi stagionati (+8,1 %), ancora trainati dagli aumenti registrati per Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Grazie ai nuovi rincari, è cresciuto anche il divario rispetto allo scorso anno, pari ora a un + 15,9%.
Fonte: Il Giornale di Sicilia