I dati della Commissione europea stimano una produzione di 165,6 milioni di ettolitri, 7 in meno del 2015 per un calo del -4,3%: crolla la Francia (-10%) mentre si ha una flessione più contenuta per l’Italia (-2%) che rafforza così la propria posizione. E’ quanto emerge dalle prime stime sulla vendemmia 2016 diffuse dalla Commissione europea basate sulle comunicazioni preliminari trasmesse dai singoli Stati membri.
In termini assoluti, se il calo verrà confermato dai dati di consuntivo, si otterranno perciò oltre 7 milioni di ettolitri in meno rispetto alla passata stagione. Meno evidente la forbice negativa se il risultato è rapportato alla media delle ultime cinque annate, confronto da cui emerge comunque una contrazione attorno al -1%. L’Italia, con 50,2 milioni di ettolitri indicati in questo primo quadro riepilogativo, mantiene il primato, non solo in Europa ma anche su scala globale. Saranno tuttavia proprio il segno meno dell’enologia tricolore, considerata la sua incidenza, e il calo decisamente più accentuato delle cantine francesi a imprimere la direzione negativa al dato UE.
Tra i “big” l’unica in controtendenza è la Spagna, ma la produzione dovrebbe crescere solo marginalmente attestandosi sui 42,5 milioni di ettolitri, il +1% in più sia su base annua che rispetto alla media quinquennale. Mancherà invece all’appello un -20% di produzione vinicola in Portogallo dove si tornerà ai livelli 2011, con poco più di 5,6 milioni di ettolitri, il 10% in meno rispetto al dato medio quinquennale. Bilancio complessivamente negativo anche nel centro Europa, dove le gelate primaverili e una serie di circostanze climatiche sfavorevoli hanno lasciato quest’anno il segno meno sui vigneti soprattutto in Germania: con un -4% abbondante di flessione annua e un -6% di riduzione rispetto al potenziale accreditato dalle ultime cinque campagne, le cantine tedesche torneranno indietro di tre anni a quota 8,4 milioni di ettolitri. A tenere a freno la produzione, spiegano fonti locali, è stata in Germania un’estate troppo umida che ha alterato, soprattutto nel mese di luglio, il ciclo vegetativo dei vigneti.
Piuttosto differenziato il quadro che emerge nei vigneti dell’Est: in Romania, che tra i paesi dell’Europa centro orientale è quello che esprime i maggiori potenziali, si avrà quest’anno una produzione più abbondante di quasi il +30% rispetto all’ultima vendemmia, con i 4,8 milioni di ettolitri stimati dalla Commissione europea che rappresentano il miglior risultato delle ultime cinque annate. Arretrano invece di un -1% l’Ungheria e del -3% punti la Bulgaria. Il bilancio europeo si completa con il dato fortemente negativo dell’Austria, che ha subito un taglio del -23% sia su base annua che rispetto alla media storica, e quello leggermente migliore invece di Atene (-2% la vendemmia 2016), che perde però un -12% di produzione se il confronto è con il consolidato degli ultimi cinque anni. Sugli sviluppi della commercializzazione gli operatori si attendono un mercato relativamente tranquillo. Gli scambi nel Vecchio continente dovrebbero svolgersi in condizioni di sostanziale equilibrio, anche in considerazione di una minore pressione dell’offerta dai paesi dell’Emisfero meridionale che nel complesso hanno subito quest’anno un taglio produttivo di 8 milioni di ettolitri (-15%).
Fonte: Il Sole 24 Ore – Agrisole