Dopo 10 anni, l’export made in Italy alimentare in Gran Bretagna scende del 2%.
Per la prima volta negli ultimi dieci anni, le esportazioni agroalimentari italiane in Gran Bretagna sono in calo. Colpa della Brexit: nei primi sei mesi dell’anno cibo e bevande made in Italy sono scese del 2%, calcolano dalla Coldiretti. Un dato ancor più grave, se si considera che nello stesso periodo l’export italiano nel mondo ha segnato un decollo del 12%. Gli inglesi stanno acquistando meno pasta (-27%), salsa di pomodoro (-14%), formaggi (-6%) e vini (-2%).
La Gran Bretagna è un mercato strategico per la nostra economia, classificandosi al quarto posto tra i partner commerciali dell’Italia per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Dopo il vino, con il Prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, dei salumi e dell’olio d’oliva. Importante anche il flusso di Grana Padano DOP e Parmigiano Reggiano DOP.
A frenare l’export alimentare verso Londra, sostiene sempre la Coldiretti, sono le difficoltà burocratiche e amministrative che interessano le nuove procedure doganali e riguardano anche l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli. Le difficoltà nei rapporti tra Gran Bretagna ed Unione Europea rischiano peraltro di favorire l`arrivo di cibi e bevande extracomunitarie non conformi agli standard sicurezza Ue, ma anche contraffazioni e imitazioni dei prodotti alimentari made in Italy. Si tratta purtroppo di un rischio reale come dimostrano sottolinea la Coldiretti – le vertenze Ue del passato nei confronti di Londra con i casi della vendita di falso Prosecco alla spina o in lattina, fino ai kit per produrre in casa finti Barolo e Valpolicella o addirittura Parmigiano Reggiano DOP.
Fonte: Il Sole 24 Ore