A pochi giorni dalla fine dell’anno, il Consorzio Tutela Formaggio Caciocavallo Silano traccia un bilancio per analizzare positività e criticità delle attività.
Il Caciocavallo Silano DOP è un particolare formaggio prodotto nelle regioni meridionali esclusivamente con latte fresco proveniente da allevamenti bovini situati nei territori elencati nel Disciplinare di produzione depositato a Bruxelles e secondo un processo di lavorazione minuziosamente definito nella norma, che affonda le sue radici nella più nobile tradizione casearia del sud Italia.
Nel dicembre del 1993, su iniziativa di alcuni produttori, è stato costituito il Consorzio di tutela del formaggio Caciocavallo Silano, che ha sede a Spezzano della Sila, in provincia di Cosenza. Si tratta di un consorzio interregionale che abbraccia cinque regioni meridionali: Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia. Presidente è il lucano Vito Pace, di Filiano, riconfermato per un altro mandato lo scorso 2 ottobre dall’assemblea dei soci.
A pochi giorni dalla fine dell’anno, il Consorzio Tutela Formaggio Caciocavallo Silano ha tracciato un bilancio per analizzare positività e criticità delle attività. “Sicuramente un anno da dimenticare per tutti – ha dichiarato Vito Pace – perché la pandemia ha stravolto le certezze e le linee guida, che permettono da sempre di crescere e di fare progetti, hanno cessato improvvisamente di svolgere la loro funzione. La programmazione a lungo termine ha lasciato il posto alla resilienza, in questo caso alla capacità di adattarsi al mercato e, dunque, alle richieste dei consumatori. L’emergenza sanitaria ha sovvertito i canoni e ha persino privilegiato alcuni settori rispetto ad altri. il caso dei formaggi a lunga stagionatura che, essendo meno deperibili, sono stati tra gli acquisti e le provviste degli italiani. Per quello che riguarda la produzione, l’attività del Consorzio non si è arrestata ma ha continuato il suo lavoro, seppur non con il consueto slancio che avrebbe permesso sicuramente maggiori risultati“.
Ciò che è stata penalizzata invece, secondo il presidente Pace, è stata sia l’attività di esportazione, sia il blocco delle manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali già programmate, come l’Anuga di Colonia, in Germania, la fiera di Parigi e Tuttofood di Milano, tanto Vito Pace, presidente del Consorzio per citarne alcune.