Ha chiuso con successo a Siena la prima vetrina internazionale dedicata ai prodotti DOP, IGP e Agriqualità
Con 16 DOP e 15 IGP la Toscana è al primo posto in Italia insieme al Veneto per numero di riconoscimenti. 31 prodotti dalle caratteristiche inimitabili, capaci di raccontare in un assaggio, meglio se a occhi chiusi, un intero territorio di produzione. Per ampliare la conoscenza e la commercializzazione dei prodotti alimentari IG made in Tuscany è nata BuyFood Toscana, vetrina internazionale dedicata ai prodotti DOP IGP e Agriqualità regionali. La prima seguitissima edizione si è tenuta il 7 giugno a Siena, nel magnifico complesso di Santa Maria della Scala. La manifestazione è stata organizzata da Regione Toscana in collaborazione con PromoFirenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, grazie al supporto del Comune di Siena e della Fondazione Qualivita. L’evento si è avvalso della sinergia di Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che utilizzano prodotti tipici del territorio regionale.
Cinque le categorie di prodotti presenti a BuyFood: “formaggi, latte e derivati”, rappresentati dal Pecorino delle Balze Volterrane DOP e dal Pecorino Toscano DOP; “olio extravergine d’oliva”, che ha avuto per alfieri l’Olio extravergine di oliva Chianti Classico DOP, l’Olio extravergine di oliva Seggiano DOP, l’Olio extravergine di oliva Toscano IGP; “pani, dolci e farine”, con i Cantucci Toscani IGP, il Pane Toscano DOP, il Panforte di Siena IGP e i Ricciarelli di Siena IGP; “prodotti vegetali”, rappresentati dal Farro della Garfagnana IGP, dal Marrone del Mugello IGP e Castagna Monte Amiata IGP; “salumi e carni fresche”, presenti in forze con Cinta Senese DOP, Finocchiona IGP, Prosciutto Toscano DOP e Vitellone bianco dell’ Appennino Centrale IGP. A questi si aggiungono, per l’Agriqualità, la pasta secca e ripiena e l’orzo tostato.
Le eccellenze toscane sono state le star dei vari panel e dello show cooking condotto dalla foodwriter Giulia Scarpaleggia, in arte Juls’ Kitchen. Poi è stata la volta del talk show condotto da Luisanna Messeri e curato da Qualivita con i Consorzi protagonisti. Un vero e proprio viaggio per tappe grazie ai sapori e alla storia dei suoi prodotti. Molte le sorprese, i mix nuovi, le rivisitazioni in chiave culinaria e non solo: dal maki sushi di Prosciutto al Tortello 2.0, passando per il gelato all’olio extravergine d’oliva con rabarbaro e sale rosso di Cipro. Con questa originale e partecipata carrellata del gusto made in Tuscany si è conclusa l’edizione zero di BuyFood Toscana. Tra i partecipanti giunti a Siena 50 buyer provenienti da tutto il mondo, di cui una ventina da Paesi extraeuropei come Australia, Brasile, Canada, Corea del Sud, Emirati Arabi, Giappone, Hong Kong, Israele, Russia, Stati Uniti. Oltre 50 le aziende e 16 i Consorzi e le Associazioni di tutela che hanno aderito all’iniziativa. Decine i giornalisti accreditati, tra cui gli inviati di testate nazionali come Gambero Rosso, Uno Mattina, Radio 1 Rai, Ansa, Adnkronos, Askanews, Italia a Tavola. La giornata ha visto i saluti dell’assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi, del sindaco di Siena Luigi De Mossi e del presidente della Camera di Commercio di Arezzo e Siena, Massimo Guasconi.
Il punto dell’Assessore Remaschi sull’edizione zero di Buyfood Toscana e le prospettive per le prossime edizioni
Assessore Remaschi, che bilancio possiamo tracciare di BuyFood Toscana?
Assolutamente positivo. Per noi era l’edizione “zero”, perché volevamo sperimentare un format, che prima non c’era e ora c’è: far incontrare i nostri produttori del Food toscano certificato di qualità con i buyer internazionali, non secondo il consueto modello della fiera, ma con un’agendizzazione degli incontri, studiata in modo preciso sulla base delle profilazioni, sia del produttore (seller) che del compratore (buyer). Insomma, un esperimento che ci desse indicazioni su come organizzare l’edizione “uno”, ossia quella del 2020. E invece è stata subito un successo.
Per la prossima edizione quali novità avete in mente?
Grosso modo il format del B2B resterà lo stesso, anche se con numeri maggiori. Le aziende che hanno partecipato quest’anno hanno fatto da “apripista”, ma il feed-back è stato molto positivo. Di sicuro, alla prossima call, ci saranno molte più imprese interessate. Dovremo forse affinare il focus per la parte educational, rivolta agli operatori media: qui il ruolo dei Consorzi sarà ancora più attivo e, anche qui, contiamo di allargare il parterre a tutti i Consorzi presenti in Toscana. Comunque, anche in questo primo anno, abbiamo avuto un riscontro dalla stampa e dai social molto alto.
BuyFood Toscana 2019 è stata ospitata in una location meravigliosa, a rimarcare che la cultura (e il turismo) va sempre più a braccetto con il gusto. È d’accordo?
La ricerca di Qualivita presentata a Siena ha confermato che il brand “Toscana” è portatore di una serie di caratteristiche qualitative – materia lied immateriali – derivanti proprio dal legame col territorio. Il “made in Tuscany” conferisce ai prodotti agroalimentari un forte valore, derivante da una serie di valori immateriali propri del territorio toscano che ne determinano l’identità e l’unicità: agricoltura, ambiente, cultura, turismo, gusto e benessere. Ma attenzione: il valore del nostro “made in” va salvaguardato, rimane forte solo se non perde credibilità e qui i Consorzi possono giocare un ruolo cruciale. Quanto alla location, Siena ha saputo accogliere al meglio gli operatori, dall’alto della sua straordinaria suggestione e bellezza. Stiamo valutando, in preparazione della prossima edizione, un calendario di appuntamenti itineranti sul territorio per coinvolgere al meglio operatori e cittadini.
Ma quanto vale la Toscana delle eccellenze agroalimentari?
Secondo i dati Ismea-Qualivita il valore è pari a 111 milioni di euro (9° regione d’Italia), escludendo il comparto panetteria e pasticceria che, secondo una stima, potrebbe portare il totale a 130 milioni. Interessante anche il dato sull’export delle IG: ha un valore totale stimato di quasi 50 milioni di euro. I principali mercati di destinazione sono USA (38%), Germania (21%), UK (13%), Canada (5%) e Giappone (3%). Queste cinque destinazioni coprono l’80% dell’export.
A cura di Mariangela Della Monica, Fondazione Sistema Toscana
Fonte: Consortium 2019/03