Spesso, quando acquistiamo un cibo o un vino, non osserviamo bene il suo nome, e magari ci sfuggono i marchi DOP, IGP, STG, scopriamo la loro importanza
Che in Italia si mangi bene, lo sanno tutti. Merito di una passione che nel corso del tempo ha dato vita a un sistema alimentare che si esprime al meglio nei prodotti certificati, quei formaggi, salumi, ortaggi, frutti e vini con il “bollino” DOP, IGP, STG.
Questi riconoscimenti garantiscono l’autenticità delle preparazioni e tutelano così chi le acquista, assicurando il rispetto dei disciplinari di produzione. Oggi i prodotti italiani a indicazione geografica sono ben 887, di cui 527 sono vini, 35 bevande spiritose e 325 prodotti agroalimentari divisi nelle categorie storiche: formaggi, prodotti base di carne (i salumi, ad esempio), oli extravergine di oliva, carni fresche, ortofrutticoli e cereali, prodotti di panetteria e pasticceria, aceti balsamici e molte altre specialità.
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A proposito di ricchezza: la cosiddetta “Dop economy” nel 2021 valeva qualcosa come 19,1 miliardi di euro. Un tesoro non solo di gusto, ma anche una preziosa opportunità di business per il Belpaese. A scattare una fotografia del superbo paniere dei cibi italiani è l’Atlante Qualivita pubblicato dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani che giunge alla sua undicesima edizione ed è stato realizzato dalla Fondazione Qualivita con la collaborazione di Origin Italia, AssoDistil e dei Consorzi di tutela.
Il maestoso libro offre un viaggio attraverso lo Stivale raccontando ognuno di questi prodotti, diffusi nel 100% delle province italiane e che sono espressione naturale di storia e tradizione locale, ma anche motore per la conservazione dei territori d’origine e il loro sviluppo.
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Fonte: Fiorfiore in Cucina