Svolta per il Brunello di Montalcino DOP. D’ora in poi meno bottiglie, di migliore qualità, a prezzi più alti. E l’idea di Fabrizio Bindocci, il nuovo presidente del Consorzio che tutela il grande rosso toscano. Negli ultimi decenni il Brunello è stato protagonista di una corsa produttiva: fino a raggiungere più di 8 milioni di bottiglie l’anno. Una crescita che non è stata accompagnata da un parallelo aumento del valore medio: una bottiglia delle vendemmie più recenti si acquista nelle enoteche online anche a meno di 3o euro.
«Bisogna aumentare la qualità anche riducendo la quantità – dice Bindocci – E poi il Brunello deve essere pagato per il suo valore. Alcune aziende già lo riescono a fare, come Biondi Santi, il Marroneto, e anche Soldera. E’ importante che i prezzi corrispondano alla qualità del vino che vendiamo». Biondi Santi è l’azienda che ha tenuto a battesimo, con il patriarca Franco, il Brunello, ed ora è nelle mani dei francesi di Epi Group, di Christopher Descours, proprietario di Piper- Hedsieck. Marroneto di Alessandro Mori è una delle cantine-boutique di Montalcino, 30 mila bottiglie e un premiatissimo Madonna delle Grazie. Gianfranco Soldera è stato invece l’eretico del Brunello: fondatore di Case Basse, morto nel febbraio scorso, era stato espulso dal Consorzio dopo una dura battaglia, anche legale. Per queste aziende, e poche altre, le quotazioni delle bottiglie possono arrivare a centinaia di migliaia di curo, e oltre, per le annate più ricercate.
Fonte: Il Sole 24 Ore