Brexit più del Covid, l`aumento dei vincoli doganali britannici frena le cantine italiane. Bene i concorrenti: vola l`import di Londra da Australia e Argentina. Dal Consorzio per la tutela del Prosecco DOP di Treviso, però, smentiscono: nel 2020 la flessione delle vendite in Gran Bretagna è stata solo dello 0,9%
“Sa di quanto è aumentata in Gran Bretagna l’importazione di vini australiani e argentini? L’ultimo dato parla di una crescita del 25%. Se non è un effetto collaterale della Brexit questo…”. Riccardo Fargione è il coordinatore del centro studi Divulga, legato alla Coldiretti, e proprio in questi giorni ha lanciato l’allarme sul peso che l’uscita di Londra dalla Ue rischia di avere sulle esportazioni di bottiglie italiane.
A gennaio 2021, primo mese della Brexit, il vino made in Italy nel Regno Unito ha incassato un crollo del 36%. E non tutta la colpa è da attribuire ai pub e ai ristoranti chiusi per colpa del Covid: “I consumi in Gran Bretagna riprenderanno prima che altrove grazie agli effetti della campagna vaccinale, grazie alla quale sono già stati riaperti i locali – spiega Fargione – ma questo potrebbe non bastare, se non cesserà l’appesantimento burocratico portato dalle nuove procedure doganali”.
La Brexit, insomma, rischia di pesare più del Covid. E sarebbe un problema non da poco, visto che per l’Italia del vino il mercato inglese è il terzo più importante e vale 716 milioni di euro, metà dei quali incassati dal A trarre vantaggio dal macigno delle barriere non tariffarie piombate sul vino italiano – e più in generale europeo, cioè anche francese e spagnolo – sarebbero soprattutto i più rampanti tra i produttori extraeuropei.
“Secondo i nostri dati – dice Fargione – le importazioni di vino del Regno Unito sono cresciute del 25% dall`Australia e dall`Argentina, del 9% dagli Stati Uniti e del 5% dalla Nuova Zelanda. Per quanto riguarda il solo comparto delle bollicine, se gli acquisti inglesi dall`Europa sono calati complessivamente del 5%, quelli extraeuropei sono aumentati del 7%: è vero che partono da livelli bassi, ma gli spumanti argentini nel Regno Unito sono cresciuti del i45% e quelli australiani del 32%”.
Proprio nella categoria delle bollicine rientra il Prosecco, uno dei vini italiani più venduti in Gran Bretagna, più o meno 1oo milioni di bottiglie: “La scorsa estate avevamo un po’ recuperato con le vendite a Londra – racconta Giorgio Polegato, produttore del Prosecco Astoria – poi la City si è di nuovo spopolata con lo smartworking. E ora il nostro vino ci mette il doppio del tempo per arrivare Oltremanica. La burocrazia è un ostacolo e i contratti inglesi sono già molto tirati sui prezzi, difficile scaricare i costi sugli importatori”.
Al Consorzio per la tutela del Prosecco DOP di Treviso, però, smentiscono: nel 2020 la flessione delle vendite in Gran Bretagna è stata solo dello 0,9%. Quello della Brexit, dicono, sarà un problema degli altri vini italiani(…).
Fonte: Sole 24 Ore