I consorzi Barbera d’Asti e Vini del Monferrato e Tutela Brachetto d’Acqui DOCG hanno raggiunto l’intesa sulle rese a ettaro per le uve brachetto e deliberato e richiesto alla Regione Piemonte la determina sulla vendemmia 2016. Dopo l’analisi dell’andamento degli imbottigliamenti nei primi sei mesi dell’anno, riconfermate le rese della vendemmia precedente: 36 quintali per ettaro quella delle uve a DOCG (Brachetto d’Acqui) e 43 quella della DOC (Piemonte); invariate le quote per il blocage/deblocage: 20 quintali per ettaro sia per la DOCG sia per la DOC.
Per il costo delle uve, il suggerimento agli associati è quello di conformarsi al valore medio della vendemmia 2015. “Da parte mia non posso che commentare con favore l’essere giunti alla definizione delle rese in tempo utile rispetto alla vendemmia – commenta Paolo Ricagno, presidente Consorzio di Tutela del Brachetto. Mi auguro che l’impegno di tutta la filiera possa condurre a una dovuta rivalutazione di questo vino che è e resta una risorsa del territorio”. Nel 1996 il Brachetto d’Acqui ottiene la DOCG grazie al forte impulso del Consorzio Tutela Vini d’Acqui che contribuisce a definire con maggiore precisione, dal punto di vista legale e amministrativo, le peculiarità sia del vino sia dello spumante. Il Consorzio concretizza inoltre l’impegno per la valorizzazione della denominazione attraverso un’attenta programmazione della produzione, azioni di promozione mirate alla crescita di un marchio simbolo del Made in Italy e attività educative per divulgare le qualità del Brachetto e sostenerne la commercializzazione in Italia e all’estero.
Fonte: Il Giornale Piemonte e Liguria