Coldiretti ha chiamato araccolta allevatori, la politica (presenti Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia, e l’assessore regionale Fabio Rolfi), la grande distribuzione, nutrizionisti e magistrati per dare vita a una sorta di stati generali della fettina Made in Lombardia, in una tavola rotonda a Milano, a palazzo Meravigli, moderata da Il Giorno. Anche per capire il futuro di settemila stalle a indirizzo produttivo da carne, con più di 300mila bovinie una produzione annua di oltre 300mila tonnellate. Un mercato in salute, con una crescita del 3% dei consumi nei primi mesi dell ‘anno. Dati che tuttavia hanno bisogno di consolidarsi.
Primo punto smentire le “fake news”sul pericolo della carne rossa. «Fornisce elementi nutritivi importanti, se è carne di qualità e se si consuma carne di qualità. L’importante è che le proprietà della carne siano conservate anche nella preparazione,che si faccia attenzione anche a come si cucina e agli additivi», spiega Laura Di Renzo, docente di nutrizione all’università Tor Vergata di Roma. Primo Cortelazzi, presidente del consorzio lombardo produttori di carne bovina, chiarisce come senza una reale remunerazione degli sforzi che si compiono nelle cascine, «il rischio è perdere metà della zootecnia lombarda nell’arco di due anni».
Allarme trasmesso alla grande distribuzione, in particolare a Luca Pescina, che si occupa degli acquisti di prodotti freschi tradizionali per Carrefour Italia. «Puntare sulla filiera è una scelta che abbiamo fatto da anni – spiega – la tracciabilità della carne è lo strumento che abbiamo adottato e che i nostri consumatori premiano». Il 45%, secondo dati Ixe, privilegia la carne italiana, il 29% sceglie carni locali e il 20% quelle a marchio Dop.
«In questo settore – ha detto Paolo Voltini, vicepresidente di Coldiretti Lombardia- è fondamentale fornire al consumatoreuna corretta informazione, per consentirgli scelte consapevoli». All’incontro anche il procuratore di Milano, Francesco Greco, che è anche nel comitato scientifico dell’osservatorio agromafie.«E necessario che il governo riprenda il testo sui controlli della filiera agroalimentare- ha detto – Una legge sarebbe importante perché stabilire ciò che è vietato permette ai produttori di vantare un prodotto migliore, senza temere i controlli, ma facendone un punto forte da comunicare al consumatore».
Fonte: QN