Il Giornale di Vicenza
La parola “crisi” non compare nel vocabolario del biologico: nel nostro Paese questo settore non smette di crescere, in termini di consumi, di produzione e di operatori. Un vero e proprio “Bio Boom” che testimonia quanto si stiano progressivamente diffondendo sul territorio nazionale la sensibilità e l’attenzione nei confronti delle tematiche legate all’universo del biologico: principalmente la genuinità dei prodotti ottenuti secondo i crismi dell’agricoltura, dell’allevamento e della trasformazione “bio”, ma tanto peso hanno pure l’aspetto salutistico, quello ecologico e non ultimo quello del tipico. Parlare di biologico, infatti, significa anche fare riferimento alla valorizzazione della produzione tipica (perché rispettosa delle caratteristiche ambientali e delle tradizioni locali), quindi del cosiddetto “chilometro zero”. Ma andiamo con ordine e vediamo quali e quanti sono i numeri che certificano il “Bio Boom”, così come vengono riportati nell’anteprima dei Rapporto “Bio in cifre 2014” realizzato da Sinab e Ismea. Innanzitutto, gli operatori: a fine 2013 sono 52.383, in aumento del 5,4% rispetto all’anno precedente e sparsi in tutta Italia; il podio delle Regioni con il maggior numero di aziende attive nel settore (tra produttori, preparatori e importatori) è tutto meridionale, con la Sicilia in testa seguita da Calabria e Puglia. Per la cronaca, il Veneto è undicesimo (e fa segnare un trend di crescita del 3,3%).
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