Amiata: l’obiettivo è l’ottenimento di nuove certificazioni. Tra le altre, quella per le immersioni terapeutiche nel verde
Si chiama Bosco serv.e (il bosco in funzione dei servizi ecosistemici e della biodiveristà) ed è un progetto pilota che ha come obiettivo la sperimentazione e l’ottenimento di nuove certificazioni pilota, appunto, sui boschi impianti amiatini.
Le attività sono finalizzate a certificare lo stato di salute dei boschi dell’Amiata era lanciare una selvicoltura sempre più sostenibile, anche attraverso tecniche di gestione innovative, che permettono di aumentare la biodiversità dei boschi e i servizi ecosistemici che producono, oltre il legname, quindi, la competitività anche turistica in un mercato sempre più sovrastato da apporti esteri.
Decollato sul Monte Amiata a metà 2021, il progetto nasce per l’innovazione della filiera forestale che punta a una evoluzione dei sistemi di gestione forestale, rivalutando e monitorando il processo produttivo dei boschi, a partire dalla pianificazione e gestione attiva, in un`ottica innovativa dei servizi ecosistemici che essi possono fornire e in particolare di quelli legati alla biodiversità.
A collaborare in maniera diversi soggetti a partire dagli enti di certificazione coinvolti, la Pefc Italia, la Wba project e la CSQA, lo studio Agricis che si occupa del coordinamento delle attività con il dottor forestale Giovanni Alessandri, il dipartimento Dafne dell’Università della Tuscia, col professor Rodolfo Picchio e il Consorzio forestale dell’Andata con i dottori forestali Paolo Franchi e Cristiana Contri.
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Fonte: Il Tirreno – Grosseto