Il Presidente del Consorzio Nicola Bertinelli intervistato da Italia Oggi sui dazi USA sottilinea come il protezionismo di Trump non serve a tutelare l’economia USA
Riconoscimento e valorizzazione in Europa dei formaggi americani a latte crudo, grazie a un`etichettatura chiara e trasparente, in cambio di una reciprocità di imposizione e riconoscimento per il Parmigiano Reggiano DOP nel mercato USA. L`alternativa ai dazi, che avranno effetti negativi anche negli Stati Uniti, è una collaborazione tra Italia e USA basata sul reciproco riconoscimento delle eccellenze secondo Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
Domanda. Presidente, il tema dei dazi annunciati dal presidente Trump e della minaccia che essi rappresentano per la Dop economy italiana sta diventando sempre più centrale nel settore. Quanto è reale questa minaccia in termini economici e produttivi?
Risposta. La questione dei dazi ci preoccupa, non solo per quanto riguarda il mercato americano. Dobbiamo far fronte alla possibilità che prenda piede un contesto mondiale di misure restrittive al commercio dei latticini. Premesso che gli Stati Uniti sono il primo mercato estero del Parmigiano Reggiano, il rischio è che vengano presi prowedimenti di tutela che influenzino il mercato, colpendo in maniera indiscriminata anche chi, come noi, copre circa il 7% del mercato dei formaggi duri a stelle e strisce e viene venduto a un prezzo doppio di quello dei parmesan locali. Noi non siamo in reale concorrenza coi formaggi locali: si tratta di prodotti diversi che hanno posizionamento, standard di produzione, qualità e costi differenti: è pertanto assurdo colpire un prodotto di nicchia come il Parmigiano Reggiano per proteggere l`economia americana.
D. Quanto Parmigiano Reggiano esportate negli Usa?
R. Il Parmigiano Reggiano è un prodotto sempre più internazionale. Su 163mila tonnellate prodotte annualmente (oltre 4 milioni di forme), esportiamo il 43% del totale della produzione. Fatto 100 il mercato estero, un 22,5% è rappresentato dagli USA. Gli Stati Uniti sono pertanto il nostro primo mercato estero, la nostra traiettoria verso il futuro: ci sono ampi margini di crescita, un target attento alla qualità, con buona disponibilità
economica e che negli anni ha dimostrato un amore incondizionato nei confronti del nostro prodotto.
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Fonte: Italia Oggi