La Repubblica
Tutta colpa del cioccolato malese, spacciato per belga. Quando Guy Gallet, segretario generale di Choprabisco-Chocolate, Pralines and Biscuits, l’associazione dei produttori belgi di cioccolato – è rientrato da un viaggio con una splendida confezione di “Cioccolato belga” prodotto a Kuala Lumpur, ha capito che la misura era colma. Indignato e deciso aporre fine allo scempio della maestria dei connazionali cioccolatieri, ha convocato il direttivo, con ordine del giorno urgente. Risultato : ieri è stata avanzatarichie sta ufficiale all’Unione Europea per la protezione del cioccolato belga dalle troppe contraffazioni, in crescita esponenziale da una parte all’altra del pianeta. Niente di personale contro i cioccolatieri malesi. «Abbiamo collezionato scatole di finto cioccolato belga targate Irlanda, Cina, Canada, Ungheria. Sei migliori artigiani del mondo ci copiassero, magari ne saremmo perfino felici. Ma molto spesso le copie non sono all’altezza degli originali, e noi dobbiamo tutelare la qualità delle nostre produzioni», chiosa lo, Linkens, amministratore delegato della storica Neuhaus e presidente di Choprabisco.
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