Il Consorzio di tutela del Basilico Genovese entra in campo nella disputa che da qualche tempo coinvolge molti produttori della piana ingauna nei confronti di certe etichette ritenute ingannevoli, e accusate di essere all’origine del crollo della richiesta di basilico certificato lamentata dagli agricoltori.
«Il consorzio non svolge attività di commercializzazione – precisa il segretario del Consorzio di Tutela Gianni Bottino – né si inserisce nelle dinamiche di programmazione, produzione e commercializzazione del prodotto. Ma l`autorizzazione per l`uso del marchio o della dicitura “con Basilico Genovese DOP” è rilasciata esclusivamente alle aziende che utilizzano per il loro prodotti solo Basilico Genovese Dop certificato. Se qualcuno riportasse in etichetta il marchio o la dicitura “con Basilico Genovese Dop” utilizzando miscele di basilico con provenienze diverse commetterebbe un illecito». Ma gli agricoltori (soprattutto quelli che avevano incrementato una produzione che poi non ha trovato spazio sui mercati) restano preoccupati e dubbiosi sulla legittimità di certe etichette che si vedono sugli scaffali dei supermercati, e a quanto pare alcuni casi sono stati già segnalati alla guardia di finanza per gli opportuni accertamenti.
Fonte: Il Secolo XIX