L’oro verde ligure deve le sue caratteristiche all’interazione tra genetica, ambiente di coltivazione e tecniche tradizionali affinate dai produttori liguri
Si è chiuso il progetto Old Basil, promosso da Coldiretti per raccontare la storia, le origini, il futuro e la biodiversità del Basilico Genovese DOP.
L’evento, organizzato da Coldiretti Genova, è sostenuto dal programma di sviluppo rurale 2014-2024 ed è guidato dal Consorzio di tutela del Basilico Genovese DOP, con la collaborazione del Distav-Università di Genova e le aziende agricole Ratto Francesco, Casotti Roberto e Le serre sul mare, con il sostegno e la partecipazione di Regione Liguria.
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Sono state riprodotte e caratterizzate nove selezioni autoctone, valutandone la performance agronomica e incrementando la disponibilità di semi. Le sementi sono state risanate da patogeni trasmissibili e parte del germoplasma è stato conservato presso la Banca del Germoplasma del CeRSAA. Inoltre, sono stati creati nuclei di moltiplicazione affidati a produttori custodi della biodiversità ed è stato predisposto il dossier per l’iscrizione delle nove accessioni all’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare.
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“Il recupero delle antiche varietà di basilico è cruciale per mantenere viva la tipicità del prodotto, assicurando che anche le generazioni future possano godere di un basilico genuino e di alta qualità, per questo abbiamo predisposto il dossier per poter iscrivere le varietà all’Anagrafe nazionale della biodiversità”, è stato invece il commento di Mario Anfossi, presidente del Consorzio Basilico Genovese DOP.
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Fonte: Genova24.it