L’accusa riguarda il fatto che Barilla si definisca “il marchio italiano di pasta n.1”.
Citata in giudizio per pubblicità ingannevole. È la sorte toccata a Barilla negli Stati Uniti, dove la giudice federale di Oakland Donna Ryu ha deciso di far proseguire una class action respingendo la richiesta di archiviazione da parte dell’azienda.
L’accusa riguarda il fatto che Barilla pubblicizzi i suoi prodotti definendosi “il marchio italiano di pasta n.1”, quando in realtà – riportano gli stessi media – la pasta che vende negli Stati Uniti è realizzata in Iowa, non in Italia. I querelanti hanno chiesto al tribunale di impedire a Barilla di usare la vicinanza all’Italia nel marketing e nelle etichette, oltre ad un risarcimento in denaro, affermando di aver pagato troppo i suoi prodotti in realtà made in Usa.
Barilla – che ora ha una sede in Illinois – avrebbe quindi proposto una mozione per respingere la class action, affermando che il marchio viene utilizzato per “richiamare le radici italiane dell’azienda”, e non intende fuorviare gli acquirenti.
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Fonte: La Voce di New York