Ancora una affermazione per l’Aceto Balsamico di Modena IGP e per l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e questa volta arriva in forma indiretta e quindi acquista maggiore valore. Il Tribunale di Bologna ha infatti confermato, non concedendo neppure la sospensiva, alla multa comminata dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato di un operatore al quale era stata contestata l’etichettatura di un prodotto a base di aceto, considerata evocativa dell’Aceto Balsamico tradizionale di Modena DOP.
La decisione del Tribunale felsineo, segue quello che è divenuto l’orientamento predominante e giurisprudenziale, sia a livello comunitario che nazionale, che l’aggettívo balsamico non può essere utilizzato liberamente, almeno per i prodotti alimentari e soprattutto per l’aceto e prodotti comparabili. L’aggettivo riportato in etichetta per un qualsiasi aceto o per un qualsiasi condimento viene considerato evocativo delle due denominazioni geografiche ufficiali e quindi usurpativo nei confronti delle denominazioni stesse e sleale concorrenza nei confronti di coloro che le utilizzano legittimamente. L’ordinanza della sezione specializzata in materia d’impresa del Trbunale di Bologna che verrà confermata sicuramente nella sentenza di merito che verrà confermata dallo stesso tribunale fra qualche mese, segna un ulteriore passo avanti nella tutela della Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP , dell’ Aceto Balsamico di Modena IGP e più in generale delle DOP e IGP.
Il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Moderna e Il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena, hanno salutato con favore il risultato positivo conseguito. «Questo primo orientamento del Giudice bolognese, seppur nella sua provvisorietà, è un’ottima conferma di quanto già statuito lo scorso anno dai tribunali tedeschi – ha dichiarato il direttore del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena Federico Desimoni – ora confidiamo che anche la giurisprudenza italiana possa consolidarsi tale posizione, Se così fosse, i beneficiari saranno, non solo i produttori modenesi, ma tutto il comparto delle DOP e IGP italiane che vale al consumo oltre 12 miliardi di euro».
Fonte: Terra e Vita