È vicino alla conclusione l’iter del Testo unico della vite e del vino che, dopo un lavoro durato anni, è stato approvato mercoledì sera all’unanimità alla Camera dei Deputati e passa ora al vaglio del senato: via il Monopolio di stato per i sistemi di contrassegno del vino, sì alla fermentazione fuori vendemmia, ravvedimento operoso con il pagamento di 1/8 del valore della sanzione, semplificati controlli e dichiarazioni per gli imprenditori vitivinicoli. Un provvedimento con cui l’Italia si porterebbe all’avanguardia rispetto agli altri paesi europei essendo il primo Paese a dotarsi di una disciplina legislativa organica sul settore vitivinicolo valida a livello UE.
Rispetto al testo approvato in commissione agricoltura di Montecitorio in aprile i nuovi emendamenti hanno introdotto il riconoscimento sia del vitigno autoctono nazionale sia del vino, della vite e dei territori viticoli, come patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale. Per quanto riguarda le denominazioni sarà un solo organismo di certificazione a effettuare i controlli, per evitare così di duplicare il lavoro e la documentazione. È stata, poi, liberalizzata la fascetta del vino prevedendo che esse possano essere stampate anche dalle tipografie autorizzate e non più solo dallo stato. Viene inoltre consentita la possibilità di utilizzare sistemi di contrassegno diversi e telematici come il Qr Code. La fermentazione fuori vendemmia, prima vietata nel nostro Paese per i vini, viene oggi consentita al pari di Spagna e Francia introducendo così un adeguamento alle pratiche enologiche europee. Per le produzioni al di sotto dei 1.000 ettolitri ci sarà un forte abbattimento della documentazione da presentare così come importante sarà la riduzione per tutte le comunicazioni in cantina.
Fonte: Italia Oggi