Fuori dai confini comunitari sempre più a rischio i nomi di importanti Indicazioni Geografiche italiane come Parmigiano DOP, Asiago DOP e ora anche Prosecco DOP. Nei giorni scorsi una nutrita e trasversale rappresentanza di produttori agricoli e aziende alimentari Usa (dalle imprese lattiero-casearie alla North American Meat Institute, dalle associazioni del riso a quelle del vino) ha scritto una durissima lettera al presidente Usa, Donald J. Trump, contro i prodotti a denominazione d’origine europei.
«Un’iniziativa che segna un salto di qualità nella contrapposizione USA-UE sui marchi DOP – spiega il direttore generale della Fondazione Qualivita (uno dei principali osservatori sulle DOP e IGP made in Italy), Mauro Rosati – perché i produttori non lamentano il rischio che i prodotti di qualità europei possano essere tutelati negli Stati Uniti (ipotesi molto remota), ma il fatto che possano esserlo in Giappone, Messico e nei paesi del Mercosur . Tutte aree che stanno negoziando accordi di libero scambio con Bruxelles e che rappresentano mercati chiave per l’export degli Stati Uniti, ma anche la nuova frontiera per il made in Italy. Secondo gli americani qualora le Indicazioni Geografiche europee venissero tutelate in questi paesi ne deriverebbe un danno per le imprese americane perché verrebbe vietato loro di utilizzare nomi che considerano «generici» come Parmigiano e Asiago e sarebbero così costrette a presentarsi sui mercati con termini sconosciuti ai consumatori. Nella lettera viene ricordato il caso dell’intesa commerciale UE-Canada (per altro ancora sub judice) nella quale sarebbero state effettuate concessioni eccessive all’Europa proprio sulle DOP e IGP «con pesanti ripercussioni – si legge – per le aziende Usa».
E pensare che molti in Italia contestano quell’accordo, perché ritenuto sfavorevole per i prodotti europei. Le imprese americane quindi sollecitano l’amministrazione degli States a intervenire per evitare che termini come «Parmigiano» «Bologna», o anche «Vintage» possano diventare monopolio UE. Dal punto di vista Usa è a rischio anche iI termine Prosecco considerato un nome generico alla pari di «feta» o «parmesan» mentre potrebbe presto essere riservato all’Italia e tutelato anche fuori dei confini Ue«e in tal caso – si legge non potrà più essere utilizzato da altri».«Occorre che l’Europa batta un colpo – conclude Rosati. Se ne parlerà nell’appuntamento dedicato ai prodotti a Indicazione Geografica l’11 ottobre nell’ambito della settimana dell’agricoltura di Bergamo».
Fonte: Il Sole 24 Ore