Nel mondo del vino italiano e di quello piemontese in particolare non manca chi nei mesi dell’emergenza Covid-19 ha registrato a sorpresa persino dati di vendita positivi. È il caso dell’Asti DOP, una delle principali denominazioni regionali (9.800 ettari di vigneto, 90 milioni di bottiglie prodotte tra Asti spumante e Moscato d’Asti vendute per il 90% all’estero per un giro d’affari di oltre 300 milioni di euro) che proprio nel 2020 ha registrato un importante rimbalzo delle proprie esportazioni cresciute del 10% rispetto al 2019.
“Un dato che ha sorpreso anche noi – ha spiegato il vicepresidente del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti, Stefano Ricagno – e che è dipeso dal traino positivo dei nostri tradizioni mercati di USA e Russia, dagli sbocchi asiatici e in Europa dal positivo trend di vendita nel Regno Unito. Un dato che fa da contraltare al calo del 5% delle vendite in Italia nei primi sette mesi del 2020 nel corso dei quali abbiamo pagato in particolar modo – noi che produciamo uno spumante da ricorrenza – la cancellazione, nel corso del lockdown, di matrimoni, battesimi e festività varie“.
Fonte: Il Sole 24 Ore Nord Ovest