ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito di Confindustria, rappresenta le imprese di produzione dei salumi (sia di carne suina sia di carne bovina), di macellazione suina e di trasformazione di altri prodotti a base di carne (carne in scatola, grassi e strutto, ecc.). ASSICA raggruppa 176 aziende che rappresentano circa l’80% del fatturato del settore che nel 2019 è stato pari a 8,128 miliardi di euro.
Quest’anno l’Associazione ha organizzato la sua Assemblea, l’atteso appuntamento annuale con gli Associati, in forma strettamente privata, nel rispetto delle norme anti COVID-19. E’ stato comunque un momento di riflessione che è servito per fare il punto su un settore che aveva già vissuto nel 2019 il suo “annus horribilis”. Ricordiamo infatti che nel corso del 2019 il forte incremento dei costi della materia prima, dovuto all’esplosione della domanda cinese seguita alla diffusione della Peste Suina Africana (PSA) in Oriente, ha creato uno shock nel mercato delle carni suine. Le aziende si sono trovate a fronteggiare da un lato costi della materia prima arrivati a livelli record, dall’altro un mercato, sia nazionale sia estero, in difficoltà.
“Con la diffusione del COVID-19, siamo stati catapultati da una situazione che ci sembrava difficile ad una realtà ancora più dura, inimmaginabile, e con gravi effetti sulle persone e sull’economia mondiale. In questa situazione, ha affermato Nicola Levoni, Presidente di ASSICA – ci siamo tutti impegnati per continuare a produrre garantendo la sicurezza per i nostri lavoratori e le loro famiglie, assicurando al contempo le forniture di cibo buono, sano e sicuro”.
Nonostante le aziende alimentari non si siano fermate, questo non le ha preservate dalle perdite che ci sono state nella produzione, nei consumi e nell’export. Dal lato della produzione, gli impianti di macellazione e di lavorazione hanno registrato un rallentamento sia per l’implementazione di norme di distanziamento volte a garantire la sicurezza lungo le catene produttive sia per le aumentate assenze dal lavoro dovute alla fruizione dei congedi, con un calo produttivo rispetto alla situazione”pre-COVID-19″ di circa il 20%. Queste dinamiche hanno determinato una spinta depressiva sui prezzi di suini e carni suine, soprattutto con riferimento al circuito delle produzioni tipiche.
Sul fronte della domanda, il lockdown e la chiusura del canale Ho.re.Ca. hanno determinato le conseguenze più rilevanti: un calo repentino, intorno al 20%, della domanda interna e un rallentamento delle vendite verso i Paesi che hanno adottato provvedimenti simili a quelli italiani.
Fonte: ASSICA