La proposta di Marcelli: “Richiedere subito l’IGP per l’arrosticino e aumentare negli anni la produzione di carne di pecora per richiedere la DOP”.
“IGP con carne straniera trasformata in loco, o arrosticino DOP con carne rigorosamente abruzzese? Il dilemma che agita la politica regionale un merito ce l’ha avuto, ha acceso riflettori sulla grande crisi che vive la pastorizia, e ha reso evidente la necessità di un grande piano strategico che possa portare i nostri allevamenti fino a un milione di capi, dai poco più dei centomila di oggi, creando migliaia di posti di lavoro qualificati, riportando in auge un’economia radicata nel territorio che ha fatto grande l’Abruzzo nei secoli passati”.
A dire la sua, nello scontro politico ed economico in atto, sul marchio da adottare su uno dei prodotti più famosi d’Abruzzo, l’arrosticino di pecora, è a questa testata Nunzio Marcelli, economista e pastore che da 40 anni conduce un’azienda agricola con i suoi famigliari ad Anversa degli Abruzzi in provincia dell’Aquila, ideatore, insieme al compianto Gregorio Rotolo, dell’iniziativa ‘Adotta una pecora’ partita nel 2007 per sostenere la pastorizia e avere sempre a disposizione prodotti a filiera corta.
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Dunque per Marcelli, “si potrebbe pensare di istituire subito l’IGP ma con l’impegno serio e concreto di un piano strategico sotto la regia della Regione, che abbia come obiettivo quello di decuplicare in tot anni, la produzione di carne di pecora in Abruzzo, per rendere possibile la certificazione DOP, che deve rappresentare in ogni caso l’obiettivo finale”
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Fonte: AbruzzoWeb.it