Terra e Vita
L’apertura di nuovi mercati extra UE rappresenta un’opportunità molto interessante per le produzioni ortofrutticole italiane, soprattutto per quelle frigoconserabili e con shelf – life lunga. Tuttavia gli scambi internazionali di ortofrutta sono ostacolati da barriere fitosanitarie che nascondono vere e proprie misure protezionistiche. Lo ha spiegato Simona Rubbi, responsabile “Progettazione e legislazione” del Cso di Ferrara, a Valenzano (Ba) in occasione del workshop finale del progetto Sal.U.Ta. Tecniche biologiche per la salubrità dell’uva da tavola”. «L’evoluziorie normativa sugli scambi ortofrutticoli mondiali viene costantemente rallentata da ostacoli fittizi posti da paesi extra-UE. L’UE mantiene verso essi un approccio permissivo secondo il quale “tutto ciò che non è espressamente vietato è consentito’; unico obbligo è il rispetto di regole generali fissate dall’Ue. Invece i paesi terzi hanno un approccio restrittivo, per il quale “tutto ciò che non è espressamente consentito è vietato”.