Il laboratorio Aras della Sardegna, uno dei più importanti ed efficienti d’Europa, è in una situazione di stallo totale e, dal 23 dicembre prossimo, bloccherà qualunque attività.
Non potrà perciò più fornire assistenza tecnica, sanitaria e di laboratorio alle aziende primarie, il che significa un gravissimo danno economico per tutto il settore lattiero caseario dell’Isola. Nonostante le ultime e recenti rassicurazioni da parte della Regione, nessuna soluzione è stata infatti ancora trovata e nessuna si prospetta realisticamente all’orizzonte: il rischio concreto è che il 31 dicembre il laboratorio venga smantellato e tutto il personale vada a casa.
L’appello alla politica regionale – Per questo, i tre Consorzi che rappresentano il settore lattiero caseario regionale (Pecorino Romano, Fiore Sardo e Pecorino Sardo), facendosi carico delle preoccupazioni di allevatori e produttori di tutta la Sardegna, lanciano compatti un appello al governatore Christian Solinas e all’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia, affinché intervengano per risolvere la situazione, e chiedono loro un incontro urgente per discutere delle possibili strade da percorrere.
L’attuale situazione è stata provocata dall’applicazione di un progetto di riordino e dalla mancata applicazione delle leggi regionali 16 del 2011 e 47 del 2018, la prima delle quali ha già superato il vaglio di legittimità della Corte Costituzionale.
La posizione dei Consorzi – “La politica deve intervenire urgentemente e con una soluzione adeguata”, dice il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano, Gianni Maoddi. “I laboratori mercoledì prossimo si fermeranno, e questo comporterà un danno incalcolabile al sistema produttivo ed economico, perché significa, per esempio, bloccare le misure sul benessere animale e la certificazione dell’idoneità sanitaria del latte destinato alla trasformazione. Fra l’altro non esistono in Sardegna laboratori privati che ad oggi siano accreditati per il rilascio della certificazione sul benessere animale attraverso l’analisi delle cellule somatiche: è quindi assolutamente indispensabile garantire la prosecuzione delle attività, con decisioni che superino gli ostacoli, anche amministrativi, nel più breve tempo possibile”.
“E’ gravissima la mancanza di un servizio concreto e reale alla produzione e al comparto caseario per intero quale quello offerto dal laboratorio ARAS”, sottolinea il presidente del Consorzio Fiore Sardo, Antonio Maria Sedda. “L’assenza improvvisa di un determinato punto di riferimento diffuso capillarmente in tutta la regione, competente e collaudato da anni, è grave almeno quanto l’inerzia degli organi politici che stanno lasciando che ciò accada. Non possiamo dimenticare che la dimensione del problema coinvolge non solamente l’aspetto più tecnico e prettamente pratico del comparto caseario, ma ha anche gravi risvolti nell’ambito igenico-sanitario oltre che economico per le aziende agricole. La politica non può continuare a ignorare la realtà delle cose e abbandonare questa importante realtà e risorsa alla deriva”.
“Mi auguro che la politica sia consapevole del danno che causerebbe all’intera filiera la chiusura del laboratorio di Oristano”, dice il presidente del Consorzio Pecorino Sardo, Antonello Argiolas. “Un laboratorio che è l’unico accreditato presso il Servizio per la sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare della nostra regione”.
I 3 Consorzi esprimono dunque piena solidarietà a tutto il personale impegnato giornalmente nell’espletamento puntuale e preciso dei servizi fondamentali per tutti gli allevatori e gli stabilimenti caseari della Sardegna.
Fonte: Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano