La misura, fortemente voluta dal presidente del Consorzio Vini d’Abruzzo Nicodemi, per rispondere a sovrapproduzione e calo dei prezzi
Non è una crisi di sistema, come quella che sta vivendo Bordeaux, né un’emergenza, ma anche il Montepulciano d’Abruzzo DOP, come altri territori del vino italiano, deve affrontare uno squilibrio importante tra produzione e mercato, per ristabilire un prezzo medio remunerativo per i viticoltori e adeguare l’offerta ad una domanda che, sia a livello nazionale che globale, continua a dare segni di cedimento.
La risposta, arrivata su proposta del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, cui è seguito il via libera della Regione Abruzzo, è stata individuata nello stoccaggio dei vini, in modo da gestire i volumi di prodotto disponibili, con il blocage del 20% di Montepulciano d’Abruzzo Doc rivendicato nell’annata 2022. Provvedimento da cui sono esclusi il vino biologico e il vino delle cantine che imbottigliano tutta la loro produzione.
“Con Valentino Di Campli è dal 2019 che il Consorzio Vini d’Abruzzo proponeva una soluzione del genere, affidandoci agli strumenti previsti dall’articolo 39 del Testo unico della vite e del vino (legge 238), ma ci voleva il via libera della Regione, che è finalmente arrivato”, racconta, a WineNews, il presidente del Consorzio abruzzese, Alessandro Nicodemi. “
“Produciamo più di quanto il mercato riesca ad assorbire, è ormai un dato di fatto, e come se non bastasse i consumi sono in calo, e si spostano su prodotti di qualità sempre più alta: bisogna produrre di meno e produrre meglio. Abitualmente il mercato assorbe tra i 700.000 e gli 800.000 ettolitri l’anno, ma il livello della produzione è costantemente superiore ai 900.000 ettolitri, ecco perché al 31 dicembre 2022 in Regione abbiamo quasi 400.000 ettolitri di Montepulciano d’Abruzzo in giacenza”.
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Fonte: WineNews.it