Torna per il diciottesimo anno consecutivo l’Anteprima della Barbera d’Asti DOP. Un evento esclusivo, unico e che ha ormai raggiunto la maggiore età. Il meeting di degustazioni, organizzato da Coldiretti Asti, si terrà lunedì 9 dicembre al “Centro Culturale Cittadino San Secondo” di Asti in via Carducci 22, a partire dalle ore 17.
E per festeggiare al meglio i 18 anni, si fa anche un regalo, con un ospite d’eccezione, esperto di caratura mondiale, il presidente nazionale degli enologi Riccardo Cotarella. Come si preannuncia l’annata 2019? Come potrà accoglierla il consumatore? Quali potranno essere le strategie vincenti sui mercati? Con l’annuale ‘Anteprima della Barbera dAsti DOP, Coldiretti Asti e il Centro Studi Vini del Piemonte (con sede e laboratorio analisi accreditato a San Damano dAsti), cercheranno di rispondere a queste domande insieme ai maggiori esperti in enologia. L’annata viticola della Barbera è stata caratterizzata da un andamento climatico molto diversificato anche rispetto a territori uniformi e attigui, addirittura su uno stesso vigneto con lunghi filari si sono ottenute uve con caratteristiche diverse.
Una particolarità che potrebbe trasformarsi in un ulteriore appeal per i consumatori che sanno apprezzare la versatilità del vino più prodotto in Piemonte. I vini si preannunciano quindi particolarmente interessanti con gradazioni notevoli e caratteristiche tutte da scoprire di zona in zona. “Non possiamo nascondere – evidenzia il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – anche la nostra personale curiosità di capire, attraverso il raffronto fra diverse zone produttive, quale possa essere l’effettiva consistenza di quest’annata. In questi ultimi anni, anche grazie al progetto “Barbera Amica” e a una serie di annate particolarmente fortunate, Coldiretti ha dimostrato come la qualità possa dare la giusta remunerosità ai viticoltori. La mia impressione – rileva Reggio – è che con quest’annata saranno particolarmente premiati i vignaioli che hanno saputo lavorare bene in vigneto, scegliere le uve migliori e che ora non stanno lasciando nulla al caso nella vinificazione”.
Fonte: Gazzetta d’Asti