Il 2023 anno nero dell’agricoltura italiana. Nessuna regione risparmiata dal clima e dalle malattie, campi sconvolti prima da siccità, poi da pioggia e grandine. A rischio la produzione di uva e olive.
Sarà ricordato come il perfido 2023 dell’agricoltura italiana. Nessuna regione risparmiata, campi sconvolti prima da siccità, poi da pioggia e grandine. Peggio, l’alluvione cancella fioritura e prodotti a inizio e metà maggio in Emilia Romagna.
Da quel disastro derivano altri squilibri sul mercato dell’ortofrutta, a vantaggio di Spagna, Tunisia, Turchia. «Paesi favoriti da basso costo della manodopera e disciplinari permissivi», confidano gli esperti.
Il biologico diventa un’utopia quest’anno per l’eccesso di trattamenti alle piante.
Sono 14 i miliardi di danni ipotizzati da Coldiretti. Ed è presto per un bilancio in Campania, si attende la raccolta di uva e olive da settembre a novembre.
Sarà avaro per vino e olio, settori di eccellenza dell’economia regionale. Sono stati sotto attacco di killer silenziosi come la peronospora e la mosca olearia. La prima è una grave malattia delle piante, appare con macchie decolorate sulle foglie verdi. Aumenta con l’umidità. L’altra è un insetto, molto dannoso per le olive.
«Un quadro che fa sembrare una beffa l’appello degli ultimi giorni. Combattere il grande caldo con frutta e verdura. Ce n’è poca proprio ora che ne avremmo tanto bisogno. Un rimedio è cercare la vendita diretta, acquistare dai contadini se possibile, evitare i passaggi della grande distribuzione», consiglia la ricercatrice Patrizia Spigno, in prima linea negli studi sul Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP e il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP.
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Fonte: La Repubblica – Napoli