In Regione Toscana presentata un’interrogazione per capire come tutelare i produttori di Miele della Lunigiana DOP dalla concorrenza di strane miscele vendute a prezzi stracciati. Ormai siamo in autunno inoltrato e anche gli apicoltori della Lunigiana, la prima zona in Italia ad avere ottenuto la DOP per miele di castagno e di acacia, stanno tirando le conclusioni sull’andamento della stagione di raccolta e produzione del miele appena conclusa. E i cui risultati, per quanto riguarda la quantità, a causa degli avvenimenti climatici non sono stati minimamente positivi. Le continue piogge nel mese di maggio, hanno quasi compromesso l’intero raccolto del miele di acacia. Un pochino meglio, invece, è andata per quanto concerne quello di castagno e il millefiori che hanno comunque risentito poi della siccità determinatasi nel periodo estivo.
A fronte di tutto questo ci si attenderebbe ovviamente dei prezzi del miele in aumento, semplicemente basandoci sulla legge della domanda e dell’offerta. Invece, a sorpresa, in certe catene di supermercati è stato posto in vendita del “miele” a prezzi decisamente bassi, forse persino risibili. Questo fatto ha messo in allarme sia i produttori che i consumatori più attenti. E ha portato un consigliere regionale a presentare un’interrogazione in proposito presso la Regione Toscana. Firmatario del documento, a risposta scritta, presentato nei confronti del presidente del consiglio regionale, è il consigliere Roberto Salvini, del Gruppo Misto e componente la Commissione Agricoltura: “E’ stata rilevata, all’interno di alcuni grandi supermercati, l’esistenza di prezzi sul miele – scrive Salvini – talmente bassi da essere incompatibili con quelli di mercato. E questo è strano, tenuto conto che quest’anno s’è verificato un raccolto molto carente a causa prima della pioggia e poi della siccità, tant’è che la Regione Toscana è intervenuta con contributi ad hoc per sostenere gli apicoltori. Ricordo che alle confezioni di miele venduto a prezzi irrisori vengono poste nelle etichette dichiarazioni secondo le quali il contenuto è formato da miscele di miele provenienti da vari paesi mondiali.”
“Se teniamo conto che il miele è un prodotto alimentare destinato all’alimentazione delle persone e molto spesso viene utilizzato per alimentare i bambini piccoli – aggiunge Salvini – interrogo la giunta regionale per sapere se queste miscele di miele sono composte da prodotti naturali, oppure se ci sono aggiunte di altri prodotti che ne giustifichino il bassissimo prezzo (quindi la parola “miele” diventa una reclame ingannevole). Chiedo quindi alla giunta un controllo sul miele che presenta un prezzo di vendita molto basso, per conoscere la composizione di questo miele (2,26 euro al chilogrammo quando quello toscano ha un prezzo medio di 11,14 euro al kg). E vogio infine sapere in che modo si intenda tutelare l’apicoltura toscana”.
Fonte: La Nazione