Le ripercussioni sull’occupazione causate dai dazi USA, arrivano le stime della Svimez: le restrizioni al commercio pesano per lo 0,2% del Pil. Nel Sud export -9,3%
L’introduzione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump potrebbe far perdere all’Italia tra 27 e 54 mila posti di lavoro e tra 0,1 e 0,2 punti di Pil. A lanciare l’allarme è la Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria bel Mezzogiorno che ipotizza un calo del 4,3% (pari a 2,9 miliardi di euro) dell’export italiano verso gli Usa nel caso di dazi al 10%, e dell’8,6% (-5,8 miliardi) nel caso di dazi generalizzati al 20% su tutte le merci.
Nel primo scenario per effetto della diversa specializzazione produttiva delle aree del paese il Mezzogiorno, che ha nell’agroalimentare e nell’automotive i settori più proiettati sulle esportazioni, arriverebbe a perdere una quota di export del 4,7% contro il 4,2% del Centro Nord. Nel secondo scenario invece le esportazioni delle regioni del Sud calerebbero del 9,3% e dell’8,5% quelle del Nord.
Dazi al 10% imposti all’Italia e a tutti gli altri paesi ci farebbero perdere 1,9 miliardi di euro di Pil (1,6 al Centro-Nord e 257 milioni di euro al Mezzogiorno). In termini occupazionali l’impatto sulla forza lavoro comporterebbe la perdita di 27 mila posti di lavoro a tempo pieno, prevalentemente al Centro e al Nord (-23 mila). L’impatto sarebbe ovviamente più accentuato con dazi al 20% che ci farebbe perdere 3,8 miliardi di Pil (3,2 al Centro-Nord, 0,5 al Sud), mentre i posti a rischio supererebbero quota 54 mila: 46mila nelle regioni centro-settentrionali e 7 mila al Sud.
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Fonte: La Stampa