I consumi fuori casa quest`anno perderanno oltre 31 miliardi scendendo a 54,5 miliardi contro i quasi 86 del 2019 e una previsione di crescita del +2,6% per il 2020. Ora nonostante le prospettive estremamente incerte per il 2021 resta la speranza dell`arrivo di un vaccino entro il primo semestre che dovrebbe trainare un rimbalzo a V dei consumi che segneranno un +4o% ma senza riuscire a raggiungere i livelli del 2019.
Questo il quadro emerso durante l`anteprima dell’ International Ho.re.ca. meeting di Italgrob, la Federazione italiana distributori Ho.Re.Ca. associata a Confindustria. Secondo i dati di Marco Colombo, Solution & innovation director di Iri, le perdite maggiori a valore hanno colpito le forniture di acque, birre e bibite, aperitivi e cocktail, tutte in calo di circa un terzo con listini in leggero calo. Le vendite di superalcolici, vini, spumanti e champagne accusano una flessione intorno al 27-28% ma per questi prodotti i prezzi al litro in leggera crescita. Per quanto riguarda i canali di sbocco dei distributori Ho.re.ca. i clienti con cui si fanno grandi volumi di vendita sono i bar e i ristoranti. Per loro nei primi otto mesi del 2020 la perdita a valore è intorno al 34%. Leggermente peggio hanno fatto pizzerie, pub e birrerie, discoteche e locali notturni i cui acquisti vedono un -36%.
“Le limitazioni totali o parziali degli esercizi commerciali a partire dal primo lockdown dello scorso marzo, l’impennata del lavoro smart, il calo dei turisti in particolare nelle città d`arte, sono tra i fattori principali che hanno fortemente rallentato i consumi in bar, ristoranti e mense – evidenzia Colombo -. L’allentamento delle restrizioni in estate ha permesso al comparto di contenere le perdite ma senza performance in linea con le estati precedenti”. Infatti i clienti sono ritornati lentamente a consumare “fuori casa”, all`insegna della gradualità. Tra inizio giugno e la fine di settembre tutti almeno una volta al mese hanno consumato fuori casa con uno scontrino medio in rialzo perché si è preferita la cena al posto dell’happy hour o analoghi momenti di consumo. Non si sono più riviste quelle occasioni quotidiane di consumo come, per esempio, le colazioni al bar, il break per il caffè, la pausa pranzo evidenzia il lavoro di Luca Pellegrini, presidente di Tradelab e grande esperto dei modelli di consumo fuori casa.
“La nota dolente rimane ancorala ridottala frequenza di consumo – spiega Colombo -. Non si è ancora ritornati alle abitudini pre Covid, sia per le limitazioni legate alle occasioni leisure, ovvero il distanziamento, il divieto di utilizzo del bancone, lo stop alle feste e ai balli, ma soprattutto a causa dello smart working”. Non a caso il sentiment degli imprenditori è allarmante. Secondo una analisi Tradelab l’allarme per la propria situazione economica è massimo. Quasi uno su due pensa di tornare ai fatturati pre Covid entro un anno e per il 10% oltre un anno”.
Fonte: Sole 24 Ore