Ci sono dati incoraggianti, a iniziare dagli sviluppi del tessuto imprenditoriale e del credito agrario, e risultati più deludenti che segnalano una perdita di vigore per le imprese del settore agroalimentare. È una fotografia in chiaroscuro quella che emerge dal secondo rapporto 2015 Agrosserva, il trimestrale di analisi e previsioni realizzato congiuntamente da Ismea e Unioncamere. I dati macro, dopo l’evoluzione positiva osservata all’inizio del 2015, mostrano nell’agroalimentare una decelerazione e in alcuni casi una frenata, soprattutto in relazione alla dinamica dell’attività industriale e a quella dei consumi interni, scrivono gli analisti.
In effetti a deludere sono entrambi: la produzione (tra alimenti lavorati e bevande), che arretra su base annua del 2,8% nel secondo trimestre, ribaltando il più 0,6% del primo, e i consumi che iniziano ad arrancare, dopo un esordio d’annata all’insegna della crescita. Nessun problema invece sul versante dell’export, che continua anzi ad avanzare a tamburo battente. Ma il punto è che la domanda interna resta il principale riferimento per le imprese del settore, con il fatturato che dipende ancora per tre quarti dal mercato domestico.
Fonte: L’Informatore Agrario