Vacondio (Federalimentare): nel secondo semestre prevista una crescita dell’agroalimentare del 15%, sarà il migliore della nostra storia.
Tutti gli occhi sono puntati su Cibus quest’anno, e non solo quelli del mondo agroalimentare. Dall’ok che il governo ha dato a metà giugno alla riapertura delle fiere in Italia, quella che comincia oggi a Parma è infatti la prima, grande fiera internazionale a ripartire in presenza. Si spiega così la presenza di ben quattro ministri: quello degli Esteri Luigi di Maio, dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e delle Politiche giovanili Fabiana Dadone.
Attese tra gli stand, da oggi e fino al 3 di settembre, ci sono 2mila aziende e 4omila operatori, tra buyer nazionali ed esteri. Inutile nasconderlo, rispetto all’inizio dell’estate ora la variante Delta fa paura e qualche defezione è arrivata: «Sarà un Cibus un po’ dimagrito, ma assolutamente importante per tutta la filiera», sostiene Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, tra i grandi stakeholder del salone, che oggi a Parma terrà anche la sua assemblea annuale. Durante il lockdown, per colpa della chiusura di bar e ristoranti, non sono poche le aziende del settore alimentare che hanno perso fino al 3o% del fatturato. Ma la fine del 2021 si preannuncia positiva: «Il secondo semestre dell’anno farà segnare una crescita del 15% su base annua e sarà il migliore di tutta la storia dell’agroalimentare – assicura Vacondio – non solo: era il 2019, quando dissi che l`export italiano di food sarebbe stato in grado di toccare il traguardo dei 5o miliardi di euro. Poi è arrivato il Covid, e ogni previsione è saltata. Ma quest`anno sono abbastanza sicuro che sia la volta buona e che ce la faremo,a sfondare il tetto dei 50».
Secondo gli ultimi dati Istat, l’export mondiale di beni di consumo ha registrato già a giugno 2021 un incremento del 15,2% su base annua, mentre su base semestrale l’aumento tendenziale è stato dell’11,5%. Il traguardo dei 5o miliardi di esportazioni sembra dunque davvero a portata di mano: di questi, 40 saranno da ascrivere all’industria alimentare, mentre circa 11 miliardi saranno incassati dai prodotti agricoli. Tra i mercati dove l’Italia sta esportando di più ci sono gli Stati Uniti, che hanno fatto registrare +6,4% nel periodo gennaio-aprile dopo il -1,6% dei primi tre mesi.
In Europa, tra le destinazioni a maggior crescita ci sono invece la Germania (+2,8%), la Francia (+2,0%) e la Svizzera (+11,2%), mentre fra i grandi mercati extra-europei i primi quattro mesi dell’anno sono stati particolarmente propizi in Cina (+50,2%), in Corea del Sud (+52,4%), in Vietnam (+37,3%) e in Malaysia (+36,6%).
Anche Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma, nonostante le incertezze da variante Delta guarda a questa edizione di Cibus con ottimismo: «Rispetto ad altri anni, avremo una concentrazione di nuovi prodotti incredibile. Sarà che per colpa del lockdown sono due anni che le imprese italiane non hanno avuto l’occasione di mostrare in vetrina le loro novità, ma tra gli stand mi aspetto un’esibizione corale dell’italica capacità di innovazione mai vista nelle precedenti edizioni». Rispetto agli altri anni, questa volta partecipano anche molti più marchi della grande distribuzione: «Ci sono quasi tutti – dice Cellie – anche perché quest’anno a Bologna non c`è stata Marca, che è la fiera specifica della Gdo».
Chi manca davvero, invece, sono i grandi compratori americani e quelli cinesi: «Tra i buyer provenienti dalle sponde dei due oceani – ammette Cellie – abbiamo dovuto incassare una riduzione della partecipazione del 60%. C`è poco da fare, nonostante i vaccini le condizioni sanitarie mondiali ancora non permettono una certa facilità di spostamento. Gli europei però ci sono, e abbiamo anche avuto conferme sorprendenti: per esempio, ci sono molti operatori dell`Est Europa, così come ci sono parecchi spagnoli, tradizionalmente poco presenti a Cibus». Per il comparto agroalimentare questo di Parma è soltanto il primo di una serie di grandi appuntamenti, perché da qui alla fine dell’anno il calendario fieristico è piuttosto serrato, sia in Italia che all’estero. Già il 7 settembre a Rimini aprirà i battenti Macfrut, la fiera dell`ortofrutta, e subito dopo Bologna ospiterà Sana, il salone dedicato al biologico. Ottobre, soprattutto, sarà il mese clou, con tre delle più importanti kermesse del comparto concentrate in pochi giorni: il Vinitaly di Verona, Tuttofood di Milano e l’Anuga di Colonia.
Fonte: Il Sole 24 Ore