Così come avviene per l’Olio Toscano IGP, i Pizzoccheri della Valtellina IGP o i Cantucci toscani IGP, anche il riso piemontese potrebbe avere una DOP o una IGP, ossia un’Indicazione Geografica nuova che dia maggiori garanzie al consumatore italiano su qualità e tracciabilità del prodotto regionale (a livello provinciale il Piemonte può contare già sul Riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP , ndr). È una delle possibili vie di uscita dalla profonda crisi del riso italiano secondo Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura, che ha incontrato il consiglio di amministrazione dell’Ente Nazionale Risi dopo il duro botta e risposta dei giorni scorsi con il presidente Paolo Carrà.
Durante l’incontro il presidente ha presentato l’attività svolta dall’Ente e quanto, in questi anni, è stato fatto a beneficio della filiera risicola nazionale. Al termine della riunione è emersa la proposta di istituire la denominazione di origine oppure un Riso Piemontese IGP: «E un’azione necessaria, se si vuole superare la crisi che grava sull’intero settore – ha dichiarato l’assessore Ferrero -. È necessario arrivare in fretta a una ristrutturazione della filiera del riso, con i contratti al passo con i tempi, portando la completa trasparenza fino al consumatore e includendo l’etichettatura obbligatoria del luogo di origine e di trasformazione del prodotto. È anche necessario vigilare affinché non si verifichino situazioni discriminanti rispetto al ritiro del raccolto 2016. Bisogna investire tutte le energie per recuperare al più presto la non giustificata situazione dei prezzi in campagna».
Soddisfatto per l’esito dell’incontro il presidente Carrà: «Le dichiarazioni critiche nei confronti dell’Ente richiedevano un chiarimento puntuale e sincero. Abbiamo evidenziato come sia necessario riconsiderare l’intera struttura della nostra filiera con proposte che limitino l’eccesso di volatilità dei prezzi del cereale, proposte di cui il Consiglio dell’Ente che presiedo si farà certamente carico. Ringraziamo l’assessore Ferrero per le parole di stima e di riconoscenza in merito all’attività di Ente Risi, e per la volontà manifestata di voler contribuire a trovare le migliori soluzioni per il futuro del settore».
Fonte: La Stampa