Le misure decise ieri a Bruxelles per affrontare la crisi di mercato nel settore lattiero caseario, non avranno effetti immediati. Due sono le principali strategie che la Commissione agricola UE si è posta, ovvero, abbassare il livello della produzione e ridurre la quantità di latte sul mercato. L’obiettivo è quello di far aumentare i prezzi della materia prima e rendere il latte più remunerativo per gli allevatori. In questo senso, il Consiglio agricolo ieri ha deciso di innalzare a 218mila tonnellate l’intervento per il latte in polvere scremato e a 100mila tonnellate quello per il burro. Da considerare c’è anche il fattore prezzo. A fine 2015, infatti, la polvere di latte quotava 24,8 euro il quintale, valore che non regge il confronto con la media dei prezzi all’export dei formaggi europei: 51,08 euro il quintale. Risulta evidente, quindi, di quanto agli allevatori e trasformatori convenga molto di più produrre formaggi piuttosto che inviare latte alla trasformazione in polvere. L’altro pilastro della strategia europea è quello di indurre a un taglio temporaneo della produzione, attraverso accordi tra associazioni di categoria e cooperative. Il tutto applicando l’articolo 222 del Trattato del Mercato unico. Il rischio per Paesi come l’Italia, caratterizzati da costi di produzione del latte più alti rispetto al Nord e Centro Europa , è che centinaia di aziende piccole marginali, siano costrette a rinunciare e quindi a chiudere l’attività.
Situazione di crisi colpisce anche il pomodoro, visto l’allarme delle ultime settimane relativo all’invasione di pomodori dal Marocco (+70% le importazioni a inizio 2016) e di concentrato cinese (+423% l’import 2o15 rispetto al 2o14). Si tratta di un comparto di fondamentale importanza per la nostra economia; l’Italia è infatti il settimo produttore mondiale e il terzo esportatore di trasformato. La domanda è in calo (-5%) e la crisi generale dei prezzi delle altre colture ha portato nuove aziende a fare concorrenza sul pomodoro. Si tratta di un tema arrivato ieri sul tavolo tecnico del ministero delle Politiche agricole, con la proposta condivisa da associazioni agricole e industriali (Anicav) di un marchio etico di filiera sostenibile e di una cabina di regia unica del pomodoro da industria.
Fonte: Il Sole 24 Ore