L’agroalimentare alla prova di sfide epocali. Gli investimenti green negli ultimi anni sono cresciuti così come quelli nel digitale.
I dati sono confortanti: il 54% delle imprese agroalimentari, tra il 2022 e il 2024, ha avviato o sosterrà investimenti green (percentuale maggiore di quella relativa a tutti i settori produttivi) e il 32% delle imprese agroalimentari (meno del totale) prevede di adottare, nello stesso periodo, tecnologie digitali 4.0, big data, robotica. Sul futuro del settore vuole interrogarsi Unioncamere che ha curato un Rapporto che, insieme a Camera di Commercio di Salerno, presenta nell’ambito dell’evento “Agrifood Future: sostenibilità, cultura e mercati” che si terrà a Salerno da oggi fino al 20 settembre.
Lo studio parte dalla premessa che “Il cibo e l’agricoltura sono tra i principali motori di cambiamento dell’ecosistema del mondo e, allo stesso tempo, sono colpiti dai cambiamenti climatici e geopolitici”. Di fronte alla necessità di nutrire i 1o miliardi di persone che si prevede vivranno sul pianeta Terra nel 2050, è necessario ripensare alle modalità di produzione, trasformazione, trasporto, imballaggio e consumo di cibo per ridurre l’impronta di queste attività sull’ambiente.
“Settore industriale cruciale – sintetizza il presidente di Unioncamere e della CdC salernitana Andrea Prete – dalle grandi potenzialità e dai grandi rischi”. Quale l’identikit del settore agroalimentare italiano? A giugno 2023,1e imprese attive nel settore agroalimentare – per Unioncamere – erano 760.673. Rispetto al 2022 – evidenzia lo studio – sono diminuite del 2,8% di 2mila unità.
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Fonte: Il Sole 24 Ore