Agritech , il Centro nazionale di Ricerca per le Tecnologie dell’Agricoltura coinvolge 28 università italiane, 5 centri di ricerca e 20 tra le migliori aziende del Paese. Obiettivo definire il futuro in chiave digitale dell’agricoltura.
Sarà per le oltre 8mila imprese del settore, per il boom dell’export che ha superato i 5 miliardi di euro di valore. Sarà per la qualità dei distretti e delle filiere, cresciuti molto anche a livello internazionale con fatturati e quote di produzione in costante ascesa (basti vedere quelli della Mozzarella di Bufala Campana DOP).
Ma dove, se non a Napoli, capoluogo della regione capofila delle esportazioni italiane 2023, l’agroalimentare poteva incontrare il sistema dei saperi e della ricerca avanzata per scoprire quale dovrà essere il suo futuro in chiave digitale? E dove se non alla Federico II, che ai suoi primi 800 anni di storia aggiunge il fiore all’occhiello di Agritech , il Centro nazionale di Ricerca per le Tecnologie dell’Agricoltura di cui è coordinatrice, che coinvolge 28 università italiane, 5 centri di ricerca e 20 tra le migliori aziende del Paese, e la cui sede è già stata individuata nell´ex Manifattura Tabacchi?
Finanziato per 320 milioni dal Pnrr, il progetto ha già portato alla nascita dell’Agritech Academy, naturalmente presso il Polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio , l’ecosistema universitario più imitato in Italia: è qui che da un anno si formano i tecnici specializzati che dovranno capire, governare e agevolare la trasformazione tecnologica e digitale del settore primario, in nome e per conto della sostenibilità ambientale.
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Fonte: Il Mattino