È la stima dell`associazione che segnala la Puglia tra le regioni più esposte. Il presidente Prandini ha visto il ministro Pichetto Fratin per porre il tema.
A Guagnano, in provincia di Lecce, le vigne di Gianni Cantele il fotovoltaico se lo sono ritrovato fino sotto alle porte. Là dove finisce l`uva, cominciano i pannelli. Con buona pace di chi vorrebbe sviluppare il turismo del vino. «Le intenzioni sono buone – racconta – ma il risultato è che decine di ettari di terra agricola sono stati venduti a società straniere che hanno riempito i campi di pannelli fotovoltaici. Non solo quelli incolti, anche quelli a seminativi. Anche io ho 100 KWh di pannelli, mali ho messi sui tetti, non nelle vigne».
In Puglia il 75% degli impianti fotovoltaici è a terra, contro una media nazionale del 42%, con effetti negativi sul consumo di suolo. La Coldiretti è preoccupata: qualche giorno fa il suo presidente, Ettore Prandini, ha incontrato il ministro dell`Ambiente Gilberto Pichetto Fratin per ribadire la necessità di salvaguardare le campagne fermando le speculazioni e il consumo di suolo. L`associazione è favorevole allo sviluppo delle energie rinnovabili, purché sostenibile: i pannelli, cioè,vanno bene sui tetti delle aziende e delle stalle, o anche in una parte dei campi a debita altezza dal suolo – il cosidetto agrifotovoltaico – ma non a terra, a rubare spazio alle colture.
Ma quanto è grande il rischio di consumo di suolo in Italia? Secondo la Coldiretti, in pericolo ci sono 100mila ettari di terra arabile.
La Puglia è tra le regioni più esposte, ma non è l`unica. Nella Val di Noto, un angolo di Sicilia famoso per l`arte ma anche per le coltivazioni di mandorle, di Pomodoro Pachino IGP, di olio e di Limone di Siracusa IGP, un anno e mezzo fa è sbarcato il progetto della Limes Renewables per ricoprire con i pannelli solari a terra 180 ettari di terreni agricoli. «Ci siamo opposti per le vie legali – racconta Calogero Fasulo, direttore di Coldiretti Siracusa – e a ottobre abbiamo ottenuto un`ordinanza della tribunale amministrativo regionale che bloccava tutto».
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Fonte: Il Sole 24 Ore