Il relatore del Parlamento europeo sulla delicata questione delle Indicazioni Geografiche, Paolo De Castro (S&D, italiano), ritiene, in un documento di lavoro che sarà presentato alla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo il 29 settembre, che gli obiettivi della proposta siano buoni, ma che sia necessario migliorarla affinché la riforma “porti al rafforzamento e al rinnovamento di un sistema che non ha eguali al mondo, capace di creare valore senza bisogno di investire fondi pubblici”.
Il Parlamento europeo sta quindi avviando i lavori di revisione del regolamento sulle Indicazioni Geografiche. Il progetto di relazione di De Castro potrebbe essere presentato l’8 novembre, mentre l’adozione finale in seno alla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo è prevista per febbraio o marzo 2023.
EUIPO.
A livello di Consiglio dell’UE, martedì 20 settembre il gruppo di lavoro sulle IG ha analizzato i suggerimenti per gli articoli presentati dalla presidenza ceca del Consiglio dell’UE sul ruolo dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO).
Per quanto riguarda le competenze dell’EUIPO, De Castro ritiene essenzialmente che si possa contare su questa agenzia per un certo numero di compiti (protezione delle IG su Internet, procedure di opposizione, ecc.), ma che il controllo debba rimanere nelle mani della Direzione Generale Agricoltura della Commissione (DG AGRI) e delle autorità nazionali.
Diversi ministri dell’Agricoltura dell’UE avevano criticato alcuni aspetti della proposta di trasferire nuovi poteri all’EUIPO per l’esame dei casi di IG a giugno.
Tuttavia, l’EUIPO esamina le domande già da quattro anni, come ha sottolineato il suo direttore, Christian Archambeau (vedi EUROPA B12952A2).
Associazioni di produttori, protezione delle IG.
Il relatore accoglie con favore l’obiettivo di rafforzare il ruolo delle associazioni di produttori, replicando le migliori pratiche già attuate da alcuni Stati membri e preservando le specificità e le flessibilità esistenti in termini di riconoscimento. Inoltre, ritiene che la proposta rappresenti un passo avanti nella protezione delle IG, ma che vi sia ancora spazio per miglioramenti, a partire dalla definizione di evocazione. Tale definizione “dovrebbe rappresentare solo una base minima, che non limiti la possibilità per la Corte di giustizia dell’UE di ampliare la sua interpretazione, magari aggiungendo ulteriori elementi (oltre ai termini e ai simboli) che potrebbero costituire un legame diretto e chiaro con una IG, come il colore o il gusto”, si legge nel documento di lavoro.
Per quanto riguarda gli ingredienti, l’uso di nomi di IG nella denominazione di un prodotto trasformato dovrebbe essere vietato, a meno che il gruppo di produttori interessato o l’autorità nazionale competente non ne autorizzi l’uso attraverso una procedura di autorizzazione ufficiale.
Infine, De Castro ritiene che l’introduzione, ma solo su base volontaria (e non obbligatoria), di ulteriori impegni di sostenibilità da rispettare nella produzione di prodotti IG sia certamente un elemento “positivo” “che può aumentare la reputazione e la visibilità di una IG”.
La Commissione ha adottato la sua proposta il 31 marzo di quest’anno, con l’obiettivo, in particolare, di aumentare l’uso delle Indicazioni Geografiche in tutta l’UE.
Fonte: Agence Europe